I roghi originatisi in Sardegna continuano ad ardere nonostante i lavori di soccorso. Dichiarato lo stato di calamità naturale
Continuano a divampare in Sardegna le fiamme che hanno e continuano – purtroppo – a causare il danneggiamento di parecchi ettari di territorio: si parla infatti di circa 20 mila ettari completamente distrutti.
Secondo la Coldiretti ci vorranno 15 anni almeno per il ricostituire i territori boschivi e riportarli allo stato originario. Un danno ingente non solo sotto il profilo economico e sociale ma anche sotto quello ambientale a causa della distruzione di pascoli, riserve di foraggio per gli animali, mezzi agricoli e la perdita di piante secolari.
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Sardegna: continuano i roghi responsabili della distruzione di migliaia di ettari
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Continuano ad ardere gli incendi che, a partire dalla scorsa settimana, sono divampati nella Sardegna nord-occidentale, in provincia di Oristano. Oltre ai danni ingenti, con la distruzione di migliaia di ettari di bosco, sono circa 1500 le persone che sono state costrette ad evacuare e rifugiarsi altrove rispetto alle zone interessate.
Il rogo si è originato tra Bonarcado e Santu Lussurgiu per poi espandersi ed interessare altre località vicine, quali Cuglieri, Sennariolo, Tresnuraghes ed altri svariati piccoli centri. Si indaga sull’origine dei roghi ma la problematica, secondo quanto dichiarato dal sindaco di Baunei, si ripresenta purtroppo ogni estate. Se il vento e le alte temperature del periodo non aiutano, occorre poi considerare l’intervento dei piromani: “con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente” – afferma Coldiretti.
Intanto, il presidente della Regione, Christian Solinas, ha dichiarato: “Chiederò a Draghi che una quota del Pnrr sia subito destinato a un grande progetto di riforestazione”. Al momento – fa sapere a La Stampa – “Ancora non è possibile fare una stima esatta dei danni”. Il lavoro per lo spegnimento degli incendi, nel frattempo, prosegue e sta impegnando 10 squadre di vigili del fuoco e 5 canadair.
Il disastro coinvolge imprese e persone ma ciò nonostante – continua Solinas – “come comunità stiamo reagendo in maniera molto, molto forte”.