In Tunisia il Presidente Kais Saied avrebbe congelato il Parlamento e licenziato il Premier: insorgono le opposizioni che gridano al colpo di Stato.
Congela il Parlamento e licenzia il Premier, ma per Kais Saied “non è un colpo di Stato“. Il Presidente della Tunisia, personaggio controverso e molto discusso, avrebbe assunto una decisione che ha scaraventato nel terrore gli esponenti delle opposizioni che nel corso della notte hanno tenuto numerose riunioni per valutare l’attuale quadro. Non solo, contrario anche Qalb Tounes, alleato del Presidente, il quale ha affermato essersi trattato di una aperta violazione della Costituzione.
Kais Saied ha congelato il Parlamento per un mese, ha licenziato il Premier ed ha revocato l’immunità ai parlamentari. Eppure per lui non si tratterebbe di un colpo di stato, ma di decisioni assunte nel pieno rispetto della Costituzione.
Questa la sua risposta alle accuse mossegli dal leader del partito islamico tunisino Rached Ghannouchi, il quale ha chiesto ai propri politici di manifestare per richiedere il ripristino dello stato di fatto.
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Nella notte, riporta Rai News, il timore è salito alle stelle e numerose sono state le riunioni dei vari gruppi parlamentari per comprendere il da farsi. Soprattutto anche alla luce del fatto che il Presidente Saied avrebbe acquisito anche il ruolo di Procuratore generale della Repubblica. Il che si traduce nella sua piena facoltà di amministrare l’azione penale.
Peraltro, riporta Rai News, ad alcuni esponenti politici attualmente con carichi pendenti con la giustizia, sarebbe già stato imposto il divieto di lasciare il Paese.
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Intanto, appresa la scelta del Presidente, numerosi i cittadini che nonostante il coprifuoco e le norme di prevenzione sono scese in piazza a festeggiare. Un’euforia di massa che da giorni si leggeva sui social con gruppi non identificati che esortavano a disarmare alcuni partiti, in particolare quello di Ghannouchi e che contestualmente chiedevano una nuova gestione, temporaneamente in mano all’esercito, pur sempre gestito dal Presidente Saied.
La Tunisia è ora una polveriera, la cui precarietà era già nota da mesi quando iniziò a serpeggiare la voce di un possibile colpo di Stato da parte sempre di Saied. A spuntare un documento segreto datato 13 maggio, riferiva già delle sue intenzioni.
Il Paese nordafricano nel 2011 iniziò la sua scalata verso la democrazia mettendo la parola fine su un ventennio dittatoriale. Proprio l’attuale presidente si fece portavoce di una nuova politica, libera e pulita.
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