La tragedia ad alta quota risale al 14 agosto 2005, quando il Boeing 737-300 5B-DBY si schiantò nella zona montuosa di Grammatiko.
Il disastro aereo del 14 agosto 2005 riguarda il volo Helios Airways 522. Come da programma, la rotta aerea avrebbe dovuto collegare gli aeroporti di Larnaca, Cipro, e Atene, Grecia. Il volo fu affidato al Boeing 737-300. Quel giorno, il velivolo di linea bireattore – marchio di registrazione 5B-DBY – decollò dalla pista con 121 occupanti a bordo, suddivisi in 115 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio.
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Le dinamiche dell’incidente e l’esito dell’inchiesta
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L’aeromobile non riuscì mai a toccare il suono dell’aeroporto di destinazione: il 14 agosto del lontano 2005, l’aereo precipitò nella zona montuosa di Grammatiko, a nord di Maratona e Varnavas, in Grecia. L’impatto fu violentissimo; il bollettino, drammatico: nello schianto persero la vita tutti gli occupanti della cabina di pilotaggio e della fusoliera. La tragedia è stata registrata nell’archivio storico dell’aviazione come il peggior incidente aereo dell’anno, superato solo due giorni dopo dal disastro del Volo West Caribbean Airways 708 con 160 morti.
I problemi a bordo iniziarono a verificarsi con l’aumentare dell’altitudine, quando la pressione interna all’interno del cockpit iniziò a diminuire, con conseguente allarme di decompressione nella cabina di pilotaggio raggiunta la quota di 3 670 metri. Il comandante segnalò ai tecnici l’attivazione dell’allarme e un’anomalia nei sistemi di raffreddamento, affermando ripetutamente la mancata attivazioni delle rispettive spie. La commissione d’indagine appurò il fattore contribuente alla tragedia nel malfunzionamento dell’impianto di pressurizzazione del velivolo provocato da un errore umano.
Durante la comunicazione tra cockpit e tecnici, sensibilmente condizionata da pesanti rumori sulle frequenze radio, nuovi allarmi iniziarono a scuotere la plancia comandi del Boeing 737, quali le spie dei sistemi di refrigerazione e il segnale relativo all’allerta generale. Ancora, prendendo quota, l’aria nella cabina dell’aereo si fece progressivamente rarefatta e, complice la scarsa competenza dei membri dell’equipaggio nel comprendere il reale problema, il fenomeno causò lo svenimento di tutti i passeggeri per asfissia. Divenuto in breve tempo incontrollato, il volo continuò a volare in modalità automatica fino all’esaurimento dell’alimentazione.
Finito il carburante, si spense prima il motore di sinistra poi quello di destra: l’aereo iniziò a virare con conseguente perdita di quota.
La commissione d’inchiesta individuò la causa dell’incidente nella mancata pressurizzazione delle cabine del velivolo per una serie di errori umani con conseguente perdita di coscienza di tutti gli occupanti a bordo e volo incontrollato fino a esaurimento del carburante.