La Procura di Marsala ha notificato, lo scorso 18 giugno, l’avviso di garanzia nei confronti dell’ex pm Angioni
Un’odissea senza fine quella riguardante il caso di Denise Pipitone, la bimba scomparsa da Mazara del Vallo l’1 settembre 2004. Nel novero di quanti, a vario titolo, sono coinvolti nella vicenda vi è anche l’ex pm Maria Angioni che, in qualità di sostituto alla Procura di Marsala, analizzò il caso della piccola Denise.
La donna è stata ascoltata il 3 maggio 2021 dalla Procura di Marsala come “persona informata dei fatti” ed ora è indagata per falsa testimonianza. Una circostanza smentita in toto dall’ex pm e dal suo legale, l’avvocato Stefano Pellegrino.
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Sotto accusa, per false dichiarazioni al pm, è finita Maria Angioni, l’ex pm che si era occupata a suo tempo del caso del sequestro di Denise Pipitone. La Procura di Marsala, di fronte alla quale la donna dichiarò la sua versione dei fatti, ha disposto il giudizio immediato, con ordine di comparire nuovamente a Marsala come indagata; alcune affermazioni, infatti, sarebbero incongruenti rispetto a quanto si rinviene negli atti dell’inchiesta.
Una posizione questa che la Angioni respinge con forza facendo sapere la sua disponibilità ad aprire il processo al fine di andare fino in fondo nella ricerca della verità intorno al caso. “Se ritrattassi” – afferma l’ex pm – “e, abiurando, dichiarassi che quanto ho detto al Pm non è vero, il procedimento penale a mio carico si chiuderebbe subito, ma io voglio il processo: è una cosa che devo, a me e a tante altre persone che hanno diritto a giustizia e verità”.
Dal suo profilo Facebook dichiara, dunque, l’intenzione di analizzare tutti gli atti disposti all’epoca e fa sapere di aver “già depositato una denuncia penale per falsità materiale in atto pubblico”. Le dichiarazioni rilasciate – chiarisce la donna – risentono probabilmente di qualche imprecisione dovuta al fatto che si tratta di eventi avvenuti ben 17 anni fa.
Anche il suo legale, Stefano Pellegrino, ribadisce l’intenzione “di meglio ancorare i ricordi della Angioni al fine di giustificare queste discrasie tra quelli che sono i documenti e quello che è il ricordo della Angioni stessa ed eventualmente prenderne atto”.
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