Non c’è fine al peggio, dopo la morte di Emanuele Melillo in un incidente a Capri, un’altra tragedia ha colpito la sua famiglia. Tutta la comunità è senza parole.
Era la settimana scorsa, il 22 luglio, quando un autobus è precipitato in una scarpata a Marina Grande di Capri. Un volo di circa 5/6 metri che ha provocato la morte di un’unica persona, l’autista Emanuele Melillo di 33 anni.
A bordo c’erano 20 persone, tutte miracolosamente illese dopo il rovinoso incidente, la barriera a protezione della strada si è rotta ed il pullman è precipitato. In alcuni video si vede come il mezzo va contro di essa, la distrugge e cade giù.
Il mezzo di trasporto è della società Atc, stava salando dal porto verso Marina Grande (il centro di Capri). La comunità non ha parole per questa tragedia, alla quale se ne aggiunge un’altra.
I colleghi di NapoliToday hanno raccolto la dichiarazione di un testimone che sostiene di aver visto tutta la scena. La ruota ha toccato il marciapiede, Emanuele ha cercato sterzare con tutte le sue forze, appoggiando anche la testa al finestrino, ma tutto è stato vano. La ringhiera è venuta meno ed il bus è precipitato nel vuoto.
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La compagna di Emanuele ha perso il bambino
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Oggi la comunità piange non solo Emanuele, ragazzo di 33 anni, ma anche il figlio che aspettava con la compagna. La vittima viveva a Napoli, presso il centro storico, era separato ed aveva un bambino, si era rifatto una vita con una nuova compagna ed insieme aspettavano l’arrivo di un altro figlio.
A riportare la notizia che la donna (compagna di Emanuele) ha perso il bambino è stata l’Ansa, secondo quanto emerso, la donna ha iniziato a stare male subito dopo la morte di Emanuele, i due avevano già un’altra figlia di nome Zaira ed aspettavano il secondo bambino (terzo per Emanuele).
Il dolore enorme che ha provato la donna si è ripercosso sulla piccola creatura che portava in grembo e purtroppo il sogno di una nuova vita è svanito con Emanuele.
Al momento si stanno concludendo le ultime fasi dell’autopsia sul corpo dell’autista, si esclude un infarto come si era pensato nei minuti successivi alla tragedia. Forse un guasto al veicolo, ma è ancora tutto da vedere.