89 jihadisti del gruppo Daesh sono stati uccisi in operazioni dell’esercito nella penisola del Sinai, nell’Egitto orientale.
89 jihadisti affiliati a Daesh – l’associazione jihadista salafita attiva in Siria e Iraq – sono stati uccisi in diversi raid dell’esercito nella penisola del Sinai, nell’Egitto orientale. Lo ha riferito il portavoce delle milizie questa domenica (1 agosto), la cui fonte non specifica tuttavia la data della maxioperazione militare. “Anche otto soldati egiziani sono stati uccisi o feriti“, ha aggiunto l’alto funzionario dell’esercito in una nota. A seguire maggiori dettagli.
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Oltre 1000 jihadisti uccisi nelle operazioni antiterrorismo nel Sinai
Per @EgyArmySpox, “during the previous period,” #Egypt’ian Army killed 89 “very dangerous” terrorists in N #Sinai, destroyed 13 tunnels on #Gaza border, etc. Admits 8 soldiers killed. Timeframe undefined, but it’s been 8 mos (8 Dec 2020) since last such statement. https://t.co/v2uZthZ1H2
— Zack Gold (@ZLGold) August 1, 2021
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L’esercito ha inoltre affermato di aver distrutto 404 ordigni esplosivi improvvisati, 4 cinture esplosive e 13 tunnel, utilizzati dagli estremisti per infiltrarsi nel territorio egiziano dalla vicinissima Gaza. Il Cairo punta da anni il dito contro il movimento islamista di Hamas, attualmente al potere nella striscia palestinese, quale principale fornitore di armi ai gruppi jihadisti stanziati nel nord del Sinai attraverso i passaggi sotterranei lungo la linea di confine.
Le foto circolanti sul web mostrano i cadaveri degli jihadisti affiliati al gruppo Daesh: le immagini sono spesso accompagnate da altre dichiarazioni e scatti relativi ad armi sequestrate. Secondo quanto testimoniato ai media dal portavoce militare, nelle maxi operazioni antiterrorismo nel Sinai sono stati “uccisi o feriti” otto soldati egiziani.
Da febbraio 2018, l’esercito egiziano sta conducendo una spedizione su larga scala contro gli estremisti dell’ISIS, stanziati principalmente nel nord del Sinai e nel deserto occidentale. Secondo i dati ufficiali, nel Sinai sono stati uccisi circa 1.060 jihadisti e decine di membri delle forze di sicurezza. L’intensità degli attacchi nell’area settentrionale del Sinai ha registrato un considerevole incremento nel 2013, a seguito della destituzione da parte dell’esercito del presidente islamista egiziano Mohamed Morsi.
Al momento non è disponibile alcun rapporto da fonti indipendenti e l’accesso al Sinai settentrionale è chiuso ai giornalisti.
Fonte BFMTV