Gli Usa accusano l’Iran sostenendo un suo coinvolgimento nell’attacco alla petroliera della scorsa settimana in Oman dove sono morte due persone.
Politica estera concitata quella Usa degli ultimi mesi. Prima il ritiro delle truppe dall’Afghanistan criticata non soltanto dalla popolazione a stelle e strisce ma anche dalla Cina che l’ha ritenuto un vero e proprio “fallimento”.
Poi lo scontro con Cuba all’esito delle proteste registratesi sull’isola per la crisi economica dettata dalla Pandemia. Gli States hanno duramente attaccato il Governo, comminando finanche delle sanzioni, per aver violato i diritti umani dei cittadini reprimendo le manifestazioni con la violenza.
Ora il duro attacco all’Iran, reo ad avviso degli Usa di nascondersi dietro l’attacco di una petroliera nell’Oman in cui sono morte due persone.
Un attacco diretto quello degli Usa all’Iran: “Risponderemo“. Sono state queste le parole del segretario di Stato, Anthony Blinken.
Nessun tipo di dubbio per gli Stati Uniti, la petroliera attaccata a largo dell’Oman la scorsa settimana da un drone sarebbe stata bersagliata dell’Iran. All’esito dell’offensiva due uomini hanno perso la vita.
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Nessun giro di parole e poca diplomazia, l’intenzione è quella di non lasciare impunito l’accaduto per il quale già Gran Bretagna ed Israele avevano puntato il dito contro Teheran. Ma quest’ultima avrebbe respinto ogni addebito, negando ogni qualsivoglia suo coinvolgimento nella vicenda.
La petroliera era gestita da una società con sede a Londra ed era amministrata dal magnate israeliano Eyal Ofer. Secondo i rapporti ufficiali, a causa dell’attacco due persone avrebbero perso la vita. Per la precisione un cittadino inglese ed uno rumeno. Ma cosa effettivamente sia accaduto, riporta la redazione di Rai News, resta top secret.
La petroliera era vuota, senza carico. Si stava dirigendo dalla Tanzania negli Emirati Arabi Uniti. Partita da Dar es Salaam sarebbe dovuta attraccare Fujairah. Purtroppo, però, in acque omanite sarebbe rimasta coinvolta nell’attacco precisamente registratosi in corrispondenza dell’isola di Masirah.
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Teheran ha sin da subito negato ogni suo coinvolgimento, ma le grandi potenze – da ultimi gli Usa- non sarebbero disposti ad accogliere una simile versione.
Sale, quindi, la tensione per una possibile contromossa americana che potrebbe dispiegare le proprie forze piuttosto che adoperarsi per un diplomatico confronto.
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