Strage Mottarone, ancora dolore per il piccolo Eitan. Non c’è pace

Strage del Mottarone, non c’è pace per l’unico sopravvissuto Eitan. Il bambino sta vivendo nell’angoscia più totale.

Funivia Mottarone
(Getty Images)

Era il 23 maggio 2021 quando la cabina numero 3 finiva nel vuoto schiantandosi violentemente al suolo. Un volo di circa 80 metri ha spezzato la vita a 14 persone, madri, padri, sorelle, fratelli, figli, nonni. Tutti morti tranne un piccolo di appena 5 anni.

Eitan è riuscito a sopravvivere grazie al suo papà che con il corpo gli ha fatto da scudo, purtroppo anche i genitori del piccolo così come il fratellino sono morti nell’impatto. Ricordiamo tutti le sconvolgenti immagini di quei giorni ed il video che mostrava quei momenti di tragedia.

Il bambino è stato ricoverato per tantissimi giorni in ospedale, quando si pensava al peggio un miracolo. Eitan ha vinto la sua battaglia per la vita ma purtroppo ne è iniziata subito un’altra.

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Il piccolo Eitan conteso tra la zia ed il nonno. Ha inizio una battaglia legale

stage mottarone - eitan
Eitan

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Dopo un lungo ricovero in ospedale, Eitan ha vinto la sua battaglia per la vita ma purtroppo ne è iniziata subito un’altra. Sua zia e suo nonno hanno iniziato una battaglia legale per il suo affidamento.

Per quanto le ferite sul corpo siano passate quelle dell’anima – forse – non guariranno mai, Eitan continua a chiedere della mamma, del papà e del fratellino (morti nello schianto).

Dopo le dimissioni dall’ospedale Eitan è stato affidato alla zia paterna Aya, vive in Italia (Pavia) ed è madre di due bambini che hanno pressappoco l’età del nipotino. La donna ha avviato l’iter per chiedere l’affidamento del bambino, ma al nonno materno non va giù.

L’uomo vive in Israele e vorrebbe che il bambino fosse affidato a lui così da poterlo portare a casa sua. E’ stato chiesto ad Eitan quale fosse il suo desiderio che in lacrime risponde sempre: “Voglio stare con mamma e papà”.

Stesa-Mottarone intervista Alberto Gozzi
Luogo dello schianto funivia Stesa-Mottarone

Ovviamente tutto questo stress non fa bene al bambino, già fortemente provato per l’accaduto. A settembre si conosceranno le sue sorti e potrà ricominciare una nuova vita per quanto gli sia possibile.

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