Caso Roberta Ragusa. La Onlus Associazione Penelope, attraverso le parole scritte su Facebook dall’avvocato Nicodemo Gentile, indicherebbe il probabile luogo in cui si trovano i resti della donna scomparsa dal 2012
Roberta Ragusa è scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. Dell’imprenditrice toscana si sono perse totalmente le tracce. Non ha fatto più ritorno nella sua casa a Gello, frazione del comune di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Le indagini si sono immediatamente rivolte verso il marito, Antonio Logli, giudicato colpevole di omicidio con conferma definitiva di condanna a 20 anni di carcere da parte della Cassazione il 10 luglio 2019.
L’uomo si è sempre professato innocente, parlando di un allontanamento volontario da parte della consorte che avrebbe scoperto una relazione extraconiugale con Sara Calzolaio, segretaria dell’autoscuola di proprietà della famiglia.
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Roberta Ragusa: dove si troverebbero i resti della donna scomparsa
A distanza di più di 9 anni rimane ancora un dubbio attanagliante: dove si trovano i resti mai recuperati di Roberta Ragusa?
A indicare una probabile pista è intervenuta la Onlus Associazione Penelope, attraverso le parole rilasciate dall’avvocato Nicodemo Gentile sul profilo Facebook ufficiale. La suddetta associazione, costituita nel 2002, raccoglie famiglie e amici di persone scomparse, fornendo principalmente ausilio e supporto psicologico e legale.
Secondo Nicodemo Gentile “la Giustizia ha raggiunto la sua verità processuale, sancendo che Roberta Ragusa non si è allontanata volontariamente”. La donna non ha abbandonato figli e marito ma è stata uccisa da quest’ultimo. Nonostante l’assenza del cadavere, questa conclusione è stata raggiunta al di là di ogni ragionevole dubbio.
Tuttavia, non è un risultato che possa bastare, è necessario trovare i resti di Roberta Ragusa per offrirle degna sepoltura e affinchè i suoi cari possano avere un luogo in cui piangerla e apporre un simbolo di cordoglio.
Roberta Ragusa: dove si potrebbe trovare il corpo
L’avvocato Gentile riconosce il lavoro di ricerca svolto dalle forze dell’ordine: “Si sono esplorati terreni e boscaglie, scandagliati corsi d’acqua, pozzi e cisterne, verificate segnalazioni che portavano ai cimiteri e quant’altro.” Segnala però un’ulteriore pista: “Non è da escludere che quel che resta della donna possa trovarsi molto più vicino di quanto si possa immaginare.”
Il portavoce dell’Associazione Penelope adduce che il cadavere si possa trovare in luoghi di proprietà della famiglia Logli, come ad esempio il magazzino adiacente all’abitazione della signora Ragusa.
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La Onlus si attiverà di fronte al Commissario Straordinario per le Persone Scomparse e le competenti Prefetture perché si possano attivare nuovamente ricerche di una persona che non risulta più scomparsa bensì ormai defunta.
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Conclude: “Il lutto è senza fine per chi non ha un corpo a cui dare l’estremo saluto”.