Castelporziano, cosa è successo alla tenuta presidenziale: Mattarella condanna il gesto

Scongiurato il disastro nella residenza estiva del Presidente della Repubblica a Castelporziano, la ventinovesima zona di Roma nell’Agro Romano. Grazie alle segnalazioni dei cittadini è stata evitata una disgrazia.

 

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Una mattinata all’insegna della preoccupazione quella di Castelporziano dove stava per accadere una tragedia. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ringraziato tutti coloro hanno aiutato le forze dell’ordine.

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A fuoco Castelporziano: ecco cosa è successo nella residenza estiva del presidente della Repubblica

Casterporziano fiamme
Le fiamme a Castelporziano, la residenza estiva del presidente della Repubblica (foto dal web)

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Erano passate da poco le sei del mattino quando dei piromani la cui identità à ancora ignota hanno gettato degli inneschi accesi oltre il muro di cinta su via Pratica di Mare della residenza estiva del presidente della Repubblica di Castelporziano che si trova a circa 25 chilometri da Roma e si estende su una superficie di quasi 6000 ettari.

Immediatamente degli alberi, sterpaglie e una porzione di macchia mediterranea hanno preso fuoco. Tuttavia, dei cittadini che si sono accorti delle fiamme e del fumo hanno allertato i vigili del fuoco.

In pochi minuti le forze dell’ordine hanno raggiunto la tenuta e si sono messi al lavoro per spegnere l’incendio che si sarebbe potuto propagare e distruggere buona parte della tenuta.

Pochi i danni ma tanta paura. A bruciare sono stati solo circa venti metri quadri di terreno. In una nota il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito la sua “condanna per atti di criminalità che colpiscono la comunità civile“.

Poi, il presidente ha ringraziato tutti i cittadini che hanno prontamente segnalato l’incendio e tutti i vigili del fuoco che hanno lavorato allo spegnimento. E’ proprio grazie al loro aiuto che sono state evitate conseguenze molto gravi.

Quella di Castelporziano è una riserva naturale dal 1999 e vanta zone archeologiche, pinete sughereti e dune di sabbia fino ad arrivare al litorale laziale. Molte le piante caratteristiche salvate dalle mani dei piromani: pioppi, sugheri e aceri. Non solo. Anche allevamenti di bestiame e coltivazioni di cereali.

Su quanto accaduto questa mattina nella Procura romana è attesa un’informativa. Dopo sarà aperto un fascicolo. Le indagini sono state affidate ai carabinieri.

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