Afghanistan, chi era il profugo caduto dall’aereo americano

Sono ancora scolpite nella memoria le immagini devastanti degli uomini che precipitano nel blu. Con la disperazione nel cuore si erano illusi di poter fuggire appendendosi a un aereo in decollo.

aereo afghanistan
aereo afghanistan (Getty Images)

In preda alla disperazione stavano scappando in cerca di una vita migliore. Si erano appesi a un aereo nell’illusione di poter fuggire. E’ stato identificato uno dei civili precipitati da un C-17 dell’aviazione americana partito diretto negli Stati Uniti. Ecco chi è il “falling man” di Kabul.

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Precipitato da un aereo in decollo: chi è il “falling man” di Kabul

zaki Anwari
Zaki Anwari è il giovane afghano precipitato da un C-17 statunitense nella speranza di poter fuggire alla furia dei talebani (foto dal web)

Sperava di poter fuggire alla furia dei talebani che hanno conquistato Kabul e tutte le principali città afghane. Zaki Anwari non immaginava di andare incontro a un tragico destino. O forse lo sapeva bene ma preferiva morire piuttosto che sottomettersi alla barbarie talebana.

Aveva 19 anni Zaki Anwari ed era una giovane promessa del calcio afghano. Giocava nella nazionale giovanile di calcio e a confermare la sua identità è stato il “General Directorate of Physical Education & Sport’s” che in una nota spiega quanto questa notizia drammatica sia “fonte di rammarico e profonda tristezza“.

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Cercava un futuro migliore in America così come le altre centinaia di giovani afghani che tentano di raggiungere l’aeroporto di Kabul. “Stava cercando di lasciare il paese come centinaia di altri giovani coetanei – si legge nella nota -. È caduto dall’aereo militare americano e ha perso la vita”.

Intanto in queste ore il Paese è precipitato nel caos. Molti sono i checkpoint talebani disposti nelle principali arterie della capitale. L’obiettivo è controllare e schedare ogni singolo cittadino ed evitare che i “traditori”, coloro i quali hanno cooperato con gli occidentali, scappino.

Drammatiche le immagini che giungono dall’aeroporto di Kabul dove alcune persone provano a salvare i propri figli piccoli porgendoli ai militari americani oltre il filo spinato.

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