Afghanistan, situazione insostenibile: come sono morti all’aeroporto

Continua il dramma degli afghani all’aeroporto di Kabul. Molti sono i morti nelle ultime ore. Quello che sta accadendo lascia senza parole.

Civili afghani in fuga su un aereo militare tedesco (Getty Images)

E’ trascorsa quasi una settimana dal 15 agosto quando i talebani hanno conquistato l’Afghanistan e sono arrivati a Kabul, nella capitale, seminando paura e morte. Da quel giorno nella principale città afghana regna il caos.

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Morti mentre provavano a fuggire: continuano i racconti del terrore dall’aeroporto di Kabul

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Ancora morti nella calca dell’aeroporto afghano di Kabul, la città è nel caos e i civili che hanno collaborato con il governo hanno le ore contate (Getty Images)

Sono circa venti i civili morti nei dintorni dell’aeroporto di Kabul. Provavano a fuggire in cerca di una vita migliore lontano dal regime islamista che vuole i cittadini sudditi, i bambini futuri soldati pronti a tutto e le donne schiave senza alcun diritto.

Da giorni si mettono in coda nella speranza di raggiungere l’aeroporto pregando di non imbattersi in un checkpoint talebano. I fortunati che riescono a raggiungere lo scalo si accalcano sotto le mura. Qualcuno però non ce la fa, schiacciato dalla folla o colpito da proiettili vaganti.

Per provare a ristabilire l’ordine, infatti, i talebano sparano in aria o sulla folla. Un funzionario della Nato parla di disgrazia. Definisce e così la situazione fuori all’aeroporto. “Il nostro obiettivo è evacuare tutti gli stranieri il prima possibile“, dice.

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Quello che sta accadendo a Kabul e in Afghanistan è una “catastrofe assoluta”. A lanciare l’allarme è Mary-Ellen McGroarty, direttrice nazionale per l’Afghanistan del Programma alimentare mondiale delleNazioni Unite.

Se i Paesi occidentali e le potenze mondiali non faranno nulla l’Afghanistan precipiterà in un baratro “con fame diffusa, persone senza casa e collasso economico a meno che non venga concordato un urgente sforzo umanitario sulla scia del ritiro dal Paese degli Stati Uniti“.

Il problema principale secondo la funzionaria della Nato è la fame. “Bisogna fare qualcosa subito – dice – è necessario portare cibo e forniture mediche non solo nelle città ma anche nelle comunità delle province, prima che le strade siano bloccate dalla neve“.

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