I talebani rifiutano categoricamente l’aiuto degli Usa nella lotta contro l’Isis-K ed intanto dirottano tutte le loro forze sul Panshir.
“Siamo ampiamente pronti a garantire la sicurezza dell’Afghanistan. Non abbiamo bisogno di aiuto da parte degli Stati Uniti o di nessun altro Paese”. Queste le parole chiare e concise con cui Inamullah Samangani, vertice dei talebani, ha liquidato il capo di Stato maggiore Usa Mark Milley che, nei giorni scorsi, avrebbe ventilato l’ipotesi di una aiuto contro l’Isis–K.
Mentre i rapporti si fanno sempre più tesi nei confronti della Forza d’Occidente, l’aeroporto di Kabul è tornato a funzionare. Ora potranno atterrare voli dell’Onu contenenti aiuti umanitari.
Un passo alla volta e grazie all’aiuto di cooperazioni con Paesi limitrofi, i talebani stanno cercando di ristabilizzare gli equilibri dell’Afghanistan.
Missione più che ardua, ancor più se si considera che nella valle del Panshir la resistenza è ostica. Eppure nella scorsa notte di sabato 4 settembre, gli studenti coranici sono riusciti a raggiungere il villaggio di Anabah.
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Nel piccolo centro – riporta Il Fatto Quotidiano– si trova un ospedale di Emergency. A rendere noto l’accaduto proprio l’organizzazione che, però, ha precisato come nonostante l’arrivo dei talebani la struttura sta continuando a svolgere la propria attività senza ingerenze. Pochi i feriti giunti presso la struttura, prosegue la nota di Emergency. Questo anche perché già da qualche giorno gli abitanti della valle avevano lasciato i villaggi.
Ma la resistenza non vuole cedere il passo, lotterà senza mai smettere di difendere il proprio territorio. A tal proposito, attraverso i canali social – riporta Il Fatto Quotidiano– il portavoce del capo del gruppo ha spiegato come i talebani se la siano dati a gambe dopo essere stati sconfitti sulle alture di Darbarnd.
La resistenza fa sapere come il gruppo a capo di Kabul sia stato schiacciato dalla resistenza tanto da essere stati obbligati a fuggire lasciando armi e mezzi.
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Se questa è la situazione attuale nel Panshir, dalla capitale giungono buone notizie per i talebani. L’aeroporto, seriamente compromesso durante le operazioni di evacuazione, è stato riaperto per voli interni e consentire all’Onu di far giungere aiuti umanitari.
A rendere possibile una rapida ripresa di certo il coinvolgimento nella ricostruzione di Paesi a sostegno come la Turchia ed il Qatar.
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