Nuova riunione dopo il Colpo di Stato. I militari chiedono la partecipazione di tutti ministri locali: gli assenti saranno considerati ribelli.
Colpo di Stato in Guinea per mano delle forze speciali del paese dell’Africa occidentale. La notizia è stata annunciata dal capo dell’esercito, il tenente colonnello Mamady Doumbouya. L’ex ufficiale della Legione straniera ha confermato la notizia alla Televisione Nazionale. I nuovi leader militari hanno dichiarato l’arresto del presidente Alpha Condé con immediato scioglimento del governo e della Costituzione. Sospese le attività politiche e le organizzazioni sindacali: la nuova promessa è tutta sulla rigenerazione della struttura politica del Paese.
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Sembra essere tornata la calma per le vie di Conakry, in attesa dell’annuncio di un nuovo governo. Secondo quanto riporta Al Jazeera, questo lunedì 6 settembre la Guinea inizia a riprendersi lentamente: il traffico è tornato e alcuni negozi sono stati riaperti intorno al principale distretto amministrativo di Kaloum. Le immagini mostrano la capitale del Paese ancora stordita dagli spari di domenica 5 settembre tra le forze speciali e i soldati fedeli al politico Alpha Condé. In un video, il politico 83enne è seduto su un divano circondato da truppe in armi e divisa, prima di essere portato in carcere a bordo di una vettura.
All’indomani del golpe, i militari hanno imposto il coprifuoco nazionale “fino a nuovo avviso“, con sostituzione dei governatori con le milizie: il messaggio odierno è rivolto ai ministri locali, invitati a prendere parte della riunione di questo lunedì 6 settembre. Il contenuto del discorso è conciso: “gli assenti saranno considerati ribelli.”
Il capo delle forze speciali militari della Guinea, il tenente colonnello Mamady Doumbouya, ha giustificato il golpe nell’ultima dichiarazione nella televisione di Stato. Drappeggiato dalla bandiera nazionale e circondato da otto militari, l’ufficiale Doumbouya ha criticato la “cattiva gestione del governo Condé.” Pertanto, “non affideremo più la politica a un solo uomo, affideremo la politica al popolo. […] Ci sono state troppe vittime, troppe lacrime: è ora di stringerci la mano e di capirci a vicenda: dobbiamo salvare il Paese.”
Youssouf Bah, giornalista con sede a Conakry, ha confermato quanto dichiarato da Mamady Doumbouya: “Questo non è un colpo di stato militare: siamo qui per liberare le persone.”
Fonte Al Jazeera
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