Giorgia Meloni si è espressa in ordine al Reddito di Cittadinanza bollandolo con un termine che Conte ha definito “volgare”.
Non c’è pace per il Reddito di Cittadinanza. A sganciare la bomba sul sussidio, la scorsa settimana, Matteo Salvini, il quale non solo si è detto contrario, ma anzi ha affermato che la Lega porterà avanti un emendamento per la sua abolizione, certo che raccoglierà in Parlamento una forte maggioranza. Di certo appoggio lo troverà in Giorgia Meloni che, nel corso del Forum Ambrosetti, ha bollato la misura con un termine che ha suscitato le ire di Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle ha definito l’espressione usata come “volgare”
Reddito di cittadinanza, Meloni lo bolla con termine forte: la replica di Conte
Il reddito di cittadinanza è “Metadone di Stato”, questa l’etichetta affibbiata – riporta Il Corriere della Sera-al sussidio da Giorgia Meloni.
Un riferimento all’oppioide utilizzato in ambito medico come lenitivo del dolore e per ridurre lo stato di assuefazione nelle cure per le dipendenze da droghe. Un paragone forte a cui si è aggiunto un commento altrettanto duro. “Non è mantenendo le persone nella condizione di difficoltà – ha proseguito la leader di Fratelli d’Italia dal palco del Forum Ambrosetti- che si migliora la loro situazione, ma creando attorno a loro le condizioni per uscirne”.
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Una posizione praticamente analoga a quella espressa da Matteo Salvini, pochi giorni fa proprio dallo stesso luogo.
Le parole della Meloni sono arrivate come una doccia fredda sulla testa del Movimento 5 Stelle, fautore della misura. Un attacco a cui Giuseppe Conte ha immediatamente replicato, definendo l’espressione – riporta Il Corriere della Sera– volgare. L’ex Premier ha ribadito come si tratti di uno strumento necessario e che sul punto non può farsi un passo indietro. L’unica cosa possibile, in questo momento, è migliorarlo.
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Dello stesso avviso Enrico Letta. Il leader dei Dem, fa da eco a Conte e palesa la propria predisposizione a volerlo modificare per renderlo ancor più efficiente.
Rimproveri alla Meloni anche da parte del Ministro del Lavoro Andrea Orlando, secondo cui chi utilizza tale terminologia non saprebbe cosa significhi la povertà. Non solo, il suo timore sarebbe proprio che una tale corrente di pensiero potrebbe riaprire, considerate le elezioni, una “campagna contro i poveri” riferisce Il Corriere.
Ma Orlando è realista ed ammette che l’attuale meccanismo di funzionamento del reddito avrebbe delle falle. “Non poteva funzionare sulle politiche attive del lavoro ma ha funzionato come contrasto alla povertà”. Tuttavia il Ministro ci tiene a precisare come parte dei percettori sarebbero soggetti non occupabili, e che ancor prima di parlare di lavoro bisognerebbe reinserire questi cittadini in società.
È possibile che, per potenziare il sistema, lo Stato possa avvalersi anche di agenzie per il collocamento private senza che si creino “contrapposizioni” con i centri per l’impiego.
Ma Giorgia Meloni non è rimasta ad ascoltare le aspre critiche e, da Milano, ha risposto ai suoi accusatori. “Proprio perché so cosa significa la povertà voglio seriamente combatterla e non mantenerla così com’è”.
Nessuna dichiarazione, invece, da parte di Matteo Renzi, seppur promotore il suo partito di un referendum che vorrebbe la cancellazione del sussidio.