Dalle Nazioni Unite arriva l’allarme sul riscaldamento globale: invito ai governi ad adottare misure efficaci e rapide per frenare il fenomeno.
Basta tergiversare, servono misure rapide e concrete per frenare il riscaldamento globale. Questo il messaggio lanciato dal segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il quale ha specificato come nessuna nazione sarebbe al sicuro dal fenomeno.
Riscaldamento globale, l’allarme delle Nazioni Unite: nessun Paese al sicuro
Servono politiche più attive e meno tentennamenti sulle misure da attuare per arginare il fenomeno del riscaldamento globale.
Questo il messaggio lanciato da Patricia Espinosa, segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nel corso di un suo intervento tenutosi a Rotterdam in occasione dell’apertura di un nuovo ufficio galleggiante per il Centro globale sull’adattamento.
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Stando a quanto riferisce la ABC, la funzionaria ha rivolto un appello ai governi affinché adottino misure più efficaci e soprattutto rapide per porre un freno all’inesorabile global warming. Per le Nazioni Unite, al momento, nessun Paese sarebbe al riparo dagli effetti del fenomeno come eventi metereologici estremi ed innalzamento delle temperature.
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Uno dei Paesi che maggiormente si starebbe attivando, sarebbe la Grecia che ha istituito un nuovo ministero per fronteggiare il cambiamento climatico. Una decisione assunta all’esito delle sconvolgenti ondate di calore registratesi negli ultimi 10 anni.
La Espinosa ha voluto “richiamare alle armi” tutti i paesi che nel 2015 hanno sottoscritto l’accordo di Parigi con l’intento di promuoverne i principi che erano sottesi. E ciò al fine di porre rimedio agli impatti del riscaldamento globale.
L’apertura dell’ufficio galleggiante, ha affermato il primo ministro olandese Mark Rutte rappresenta un passo esemplificativo di ciò che significa adattarsi al clima. La struttura è, infatti, a zero emissioni ma soprattutto è in grado di adattarsi da solo all’innalzamento del livello del mare.
Si tratta di progetti però, riporta ABC, che non tutte le nazioni possono permettersi, tanto che Paesi meno sviluppati economicamente hanno chiesto a chi è in posizione di vantaggio di donargli aiuti.
Tra questi il Congo, il cui presidente Felix Tshisekedi, ha auspicato che nel prossimo vertice sul clima delle Nazioni Unite di novembre si discuta dell’impegno – già in essere- di fornire 100 miliardi di dollari all’anno ai paesi in via di sviluppo proprio per fronteggiare il fenomeno del cambiamento climatico.