“Orestea – Not A Soap”, potenti emozioni dall’antichità in chiave moderna

Una rivelazione in chiave contemporanea dal titolo di “Orestea – Not A Soap” è oggi in grado di risvegliare un codice di emozioni latenti proveniente dall’antichità.

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“Orestea – Not A Soap” (Instagram @compagnia.versus)

L’opera tragica di Eschilo, composta da una trilogia, e meglio conosciuta sotto il nome di “Orestea”, torna con vigore a teatro attraverso una folgorante rivoluzione in questo settembre 2021 presso il CityLab 971.

In tal modo “Orestea – Not A Soap” accoglie il suo pubblico come un’esperienza ancestrale, e su citazione: come una vera e propria “doccia iperurania“. Un sangue difficile da lavar via, quello della vendetta, e con una lucida follia negli occhi dei suoi attori, riuscendo a toccare pienamente l’inquietudine e la violenza dei temi trattati. Seppur mantenendo la delicatezza tipica di una lente d’ingrandimento in tal caso mutevole ed affatto casuale per quel che riguarda la scelta sulla scena dei suoi personaggi.

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“Orestea – Not A Soap”, potenti emozioni dall’antichità in chiave moderna

 

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La trasposizione in chiave moderna, curata alla regia da Emanuele Capecelatro, mostra quali sono i confini labili dell’umanità, e tutto ciò che di più tragico essa può inevitabilmente contenere. L’innovazione del testo riguardante il mito di Oreste è sin da subito riconoscibile allo spettatore, il quale può facilmente immedesimarsi nei suoi protagonisti. Questi con nonchalance alterneranno sentimenti e passioni, vissuti in maniera incontrollata, a pungenti aneddoti appartenenti all’attuale contemporaneità.

Un’interpretazione raffinata, veritiera, e soprattutto priva di artifici. Se non quelli, sempre graditi in un mix di brividi e paura tangibili, di un emotivo e spesso sonoro coup de théâtre. A vestire i panni della brutale e magnetica Clitennestra, Monica Fiorentini. Per il da sempre drammaticamente scisso Oreste, Mauro Ascenzi. In quelli di Pilade, prolungamento personificato dell’atto tragico, Daniele Bianchini. Ed infine in quelli della disumanizzata sorella di Oreste, Elettra, Serena Sansoni. La bellezza, rimasta gran parte nell’antichità, dei suoi abiti di scena è stata affidata ad Isaura Bruni.

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“Orestea – Not A Soap” (Instagram @compagnia.versus)

Dato un favorevole primo riscontro con il pubblico, si provvederà a prolungare la sua rappresentazione in maniera inedita. L’appuntamento proseguirà con un viaggio sulla Roma-Napoli, in quel di Anagni, presso i “Giardini Ciprani-Gatti”, a partire dal prossimo 24 settembre.

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