Matteo Salvini avrebbe avanzato una proposta già al centro della polemica: l’apertura di una centrale nucleare in Lombardia.
“Che problema c’è se mettiamo una centrale nucleare in Lombardia? A patto di vedere scendere i costi della bolletta”, queste le parole del leader della Lega, stando a quanto riporta Il Corriere della Sera. Il quotidiano, partendo da queste dichiarazioni, avrebbe individuato in Lombardia uno dei più papabili siti: una zona in prossimità del Po all’altezza di Mantova.
Centrale nucleare in Lombardia, la proposta di Salvini accende la polemica
Il Corriere della Sera avrebbe individuato la possibile area in cui potrebbe sorgere una eventuale centrale termica in Lombardia qualora l’ipotesi avanzata da Salvini trovasse avallo.
Si tratta di una zona in prossimità del Po, all’altezza di Mantova dove un progetto in tal senso era già stato elaborato negli anni ’70 e portato avanti dalla Democrazia Cristiana in persona di Carlo Donat Cattin. Un luogo che per la sua conformazione idrogeologica ben si presterebbe allo scopo.
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Ma prima ancora del luogo è bene precisare come la sola idea lanciata da Salvini, abbia già scatenato il caos. Lo scopo della proposta sarebbe “nobile”: ridurre i costi delle bollette. Un punto caldo passato al vaglio anche del Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, il quale alla luce dei rincari, avrebbe rilevato come in tanti adesso torneranno a parlare del nucleare. E, forse, proprio alla stregua di tale ragionamento, sarebbe nata la proposta del leader della Lega.
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La polemica è stata immediata. Il senatore dem Franco Mirabelli ha spiegato come il suo partito resta contrario – riporta Il Giornale– a riaprire la questione nucleare, considerando che sul punto si sarebbero già espressi gli italiani attraverso un referendum.
Anche il Movimento 5 Stelle si mostra ostile alla proposta. Massimo De Rosa, capogruppo del Movimento, lancia una stoccata a Salvini chiedendogli direttamente dov’è che vorrebbe collocare la centrale di preciso e soprattutto ricordando lui – come fatto da Mirabelli- che gli italiani avrebbero già deciso di non volere il nucleare.
Più aperto, invece, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ad avviso del quale, solo con le energie rinnovabili, non è possibile arrivare al 2050. L’ipotesi del nucleare, per il primo cittadino orobico – riporta Il Giornale– rappresenterebbe una soluzione.