La situazione in Afghanistan, nello specifico a Kabul, continua a peggiorare: le donne non sarebbero state autorizzate a tornare a lavoro.
Sempre più catastrofica la condizione delle donne in Afghanistan. Il sindaco di Kabul ha emanato un obbligo, che non si sa per quanto tempo resterà in vigore, in forza del quale le lavoratrici dovranno rimanere in casa. Unica eccezione è stata fatta per quei ruoli ricopribili solo da donne.
Afghanistan, donne sempre più emarginate: non possono tornare a lavoro
False promesse quelle dei talebani che, dopo aver conquistato il potere, avevano promesso che le donne – seppur non ricoprendo ruoli di potere- avrebbero potuto continuare a lavorare.
Riprova la decisione assunta dal sindaco di Kabul che ha deciso di isolare tutte le donne della città non consentendo loro il rientro a lavoro. Non solo, anche le scuole – riporta Tgcom24– sono state riaperte ai soli studenti e docenti maschi. Le Università, invece, vedono ambienti separati per i due sessi, e le donne con obbligo di avere il capo velato.
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Un ordine che non prevede una data di scadenza: il quadro resterà questo sino a nuovo ordine per “motivi di sicurezza”. Ma quali? Molavi Hamdullah Nomani, sindaco della capitale, ha affermato nel corso della sua prima apparizione pubblica di aver “chiesto” alle donne di rimanere in casa fin quando “la situazione non sarà normalizzata” promettendo loro, però, che continueranno a percepire i loro stipendi.
Unica eccezione sarà fatta per coloro le quali, nelle loro mansioni, non possono essere sostituite dagli uomini come le inservienti nei bagni pubblici femminili e le impiegate nei dipartimenti di progettazione e ingegneria, scrive Tgcom24.
Una decisione, quella del primo cittadino di Kabul, coraggiosamente contestata da una decina di donne che si sono recate dinnanzi al già ministero degli affari femminili, ora ribattezzato ministero “per il rispetto della virtù“. Protesta durata pochi minuti, per il concreto pericolo di rimanere vittime di rappresaglie.
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Nonostante i fatti parlino chiari, il capo dei guardiani della moralità, Mawlawi Mohammad Shebani, ha dichiarato all’Observer – cita Tgcom24– che la sharia sarà fatta rispettare “con la persuasione e non con la violenza“.
Eppure da quelli che sono i testi scritti dei talebani, sarebbero state rinvenute regole che parlano del contrario: si pensi al fatto che le donne possono uscire solo se accompagnate da un uomo e che se le regole non saranno rispettate non sarà escluso l’uso della violenza.