Le elezioni parlamentari si sono concluse questa domenica 19 settembre con la schiacciante vittoria del partito del presidente Vladimir Putin.
Le elezioni parlamentari nella Federazione Russa del 2021, iniziate lo scorso venerdì 17 settembre, si sono concluse questa domenica (20 settembre), con la schiacciante vittoria di Russia Unita (Единая Россия – Edinaja Rossija) dei presidenti Vladimir Putin (de facto) e Dmitrij Medvedev (de iure). Nonostante il considerevole calo del 49% alla Duma rispetto al 2016, il partito conservatore della Russia conquista il primo posto con il 74% dei voti.
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Dopo il conteggio dei voti, il sindaco di Mosca Sergej Sobjanin ha proclamato la vittoria del partito conservatore, scandendo meccanicamente il nome del presidente. Quella di Russia Unita è stata proclamata dai suoi dirigenti come una “vittoria pulita”, definizione confermata dai vincitori Putin e Medvedev, i quali hanno parlato di “elezioni democratiche”, respingendo implicitamente le accuse di brogli. Scontata agli occhi di tutti, l’affermazione di Russia Unita al potere ha perso la maggioranza dei due terzi alla Duma, malgrado l’indiscutibile corsa finale una volta eliminati gli avversari più fastidiosi: i fruitori dalla piattaforma politica Smart Voting.
Progettata dai sostenitori di Alexei Navalny, l’applicazione è nata per contrastare il monopolio del partito dominante tramite una strategia di voto intelligente: il server guiderebbe gli elettori a votare congiuntamente il partito dell’opposizione con maggior numero di voti. Il servizio è stato ideato e lanciato nel 2018 dal nemico numero uno del Cremlino: “Tutto il resto è matematica.” – esplicò – “Se agiremo uniti in modo intelligente, votando il candidato più forte, vinceremo e Russia Unita perderà.” Per mettere a tacere l’opposizione, le autorità russe non hanno esitato a fare pressione sui colossi di Internet, quali Apple, Google e Telegram con multe e minacce di blocco. Le ultime due roccaforti della libertà di parola nel paese restano Twitter e Google Docs.
In rimonta il partito comunista di Gennadij Zjuganov, che ha visto quasi raddoppiare i suoi consensi, al secondo posto, con il 20% rispetto al 13,34% del 2016.
Cresce anche il partito liberal democratico di Vladimir Zhirinovsky che canalizza ideologie populiste e nazionaliste estremiste, nonché invettive anti-occidente.
Fonte The Guardian
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