La Cina avrebbe rappresentato le sue rimostranze in ordine all’inserimento di Taiwan all’interno del trattato di libero scambio del Pacifico.
La Cina non ha intenzione di fare alcun passo indietro, i suoi partner sono avvisati. Pechino ha ribadito nuovamente loro la sua contrarietà a che stringano ogni sorta di accordo “di natura sovrana e ufficiale” con Taiwan. Una precisazione fatta all’alba della richiesta avanzata dalla stessa Isola di entrare a far parte della Comprehensive and Progressive Trans-Pacific Partnership (Cptpp).
Il “missile” parte dall’ufficio cinese deputato agli affari di Taiwan: nessun accordo tra i partner di Pechino e Taiwan dovrà essere siglato.
Una precisazione nata da Pechino all’esito della proposta avanzata dall’Isola di entrare a far parte della Comprehensive and Progressive Trans-Pacific Partnership (Cptpp). Ma che fosse questa la sua posizione, ossia di far terra bruciata attorno a Taiwan era cosa nota. Il rimando va all’ammonimento lanciato dal Dragone all’Ue quando Bruxelles aveva paventato l’ipotesi di implementare i rapporti commerciali con l’Isola.
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Proprio ieri, quindi – riporta Open citando l’Agi– Taiwan ha deciso di avanzare domanda per entrare a far parte del Cptpp – ossia il libero scambio del Pacifico-.
Tsai Ing-wen, a capo del Governo, ha specificato come il suo territorio sia pronto a rispettare ogni regola per divenire protagonista nell’accordo. La Presidente si è detta sicura che la partecipazione di Taiwan sarà di grande giovamento per tutti, non soltanto per la regione.
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Il capo di Taipei ha voluto commentare la candidatura, affermando come le rimostranze della Cina, qualora quest’ultima fosse ammessa prima di Taiwan, potrebbero rappresentare un vero e proprio “blocco commerciale”. Eppure, ha chiosato – stando a quanto riferisce Open– la richiesta di adesione al Cptpp rappresenta un momento di svolta per le aziende di Taiwan e soprattutto per la “pianificazione economica a lungo termine”.
Il Cptpp è un accordo di libero scambio prossimo alla sigla da parte di 11 nazioni. Solo poco tempo fa ne sono usciti gli Usa mentre adesso all’ingresso, invece, aspira la Gran Bretagna. Nacque con l’obbiettivo di limitare il potere d’azione della Cina.
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