Vi ricordate di Beau Solomon? Questa sera “Un giorno in Pretura” approfondisce la vicenda del giovane americano caduto nel Tevere
È tornato, per la nuova stagione televisiva, “Un giorno in Pretura”, il programma in seconda serata di Rai 3 condotto da Roberta Petrelluzzi che indaga i casi di cronaca nera più noti e discussi del nostro Paese. Ogni puntata un caso diverso ricostruito a partire proprio dai fatti accaduti nelle aule di tribunale.
Dopo l’esordio di domenica 19 settembre dedicato a Donato Bilancia, il più famoso tra i serial killer del Bel Paese, conosciuto come “il mostro dei treni”, questa sera l’approfondimento condotto dalla Petrelluzzi sarà dedicato a Beau Solomon, ve lo ricordate? Scopriamo chi è il ragazzo americano caduto nel Tevere.
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Beau Solomon chi è, la storia del giovane morto a Roma
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Alcuni forse lo ricorderanno, altri probabilmente no. Il nome di Beau Solomon è diventato tristemente famoso nel nostro Paese a partire dalla notte del primo luglio 2016, quando in una serata festosa dell’estate romana, con il lungotevere pieno di bancarelle e gente, si sentono le urla di un giovane caduto nel fiume. È Beau Solomon, lo studente americano di 19 anni, spinto nel fiume e poi morto per annegamento.
Secondo i testimoni il giovane sarebbe stato il protagonista di una lite, sotto uno dei ponti romani, nei pressi dell’isola Tiberina, con alcuni senzatetto. Uno di loro, Massimo Galioto, è stato accusato di omicidio volontario con la richiesta da parte della Procura dell’egastolo. Il clochard è stato poi assolto per non aver commesso il fatto secondo i giudici della III Corte d’assise di Roma.
Saranno questi i fatti che verranno raccontati questa sera a “Un giorno in Pretura” che, come sempre, cercherà di ricostruire nel dettaglio tutta la vicenda.
Beau Solomon e la vicenda giudiziaria
Secondo gli inquirenti, Galioto avrebbe avuto un violento scontro con il giovane che da pochissimo era giunto a Roma iscrivendosi alla John Cabot University, università privata statunitense con sede nel quartiere di Trastevere. Per la Procura Galioto avrebbe aggredito in modo pesante il giovane con calci e spingendolo nel fiume, per i giudici, invece, la ricostruzione non può essere pesa per attendibile.
“L’assenza di colluttazione, l’assenza del calcio, l’impossibilità di affermare con certezza l’avvenuto contatto fisico di qualsivoglia soggetto con la vittima. L’impossibilità di attribuire identità ai soggetti che compaiono nelle immagini – queste le motivazioni dei giudici per cui – non è provato il contatto fisico tra Galioto e Solomon”.
La fidanzata dell’epoca del giovane americano è la testimone chiave della vicenda, ma è credibile o come sostiene Galiano sta solo cercando di incastrarlo?
Questo si cercherà di capire questa sera su Rai 3, andando a scavare nei meandri più bui di una vicenda che ha scosso la Capitale e che mette a confronto due mondi totalmente diversi: quello di un giovane americano e quello dei senza tetto che abitano tra le vie di Roma.