Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi, domenica 26 settembre, ha comunicato i numeri dell’epidemia da coronavirus in Italia tramite bollettino.
Il Ministero della Salute ha diramato il bollettino relativo all’epidemia da coronavirus diffusasi nel nostro Paese. Stando ai dati odierni, i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza risultano essere 4.660.314 con un incremento rispetto a ieri di 3.099. In calo i soggetti attualmente positivi che ammontano a 102.244 (-330). Tornano in crescita, invece, i pazienti ricoverati in terapia intensiva: 483 in totale e 2 in più di ieri. Le persone guarite dall’inizio dell’emergenza sono 4.427.373, ossia 3.385 unità in più rispetto a ieri. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 44 decessi che hanno portato il bilancio delle vittime a 130.697.
La Provincia Autonoma di Bolzano, si legge nelle note, specifica che il decesso segnalato in data odierna risale a gennaio 2021 ed è stato rilevato a seguito di riconteggio.
Secondo il bollettino diramato ieri, il dato delle persone risultate positive al virus dall’inizio dell’emergenza era aumentato a 4.657.215.
In discesa i soggetti attualmente positivi che erano pari a 102.574. Diminuiscono anche i ricoveri in terapia intensiva pari a 481 pazienti. Il dato dei guariti era arrivato a 4.423.988. Purtroppo saliva ancora il bilancio dei decessi che raggiungevano il totale di 130.653.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Bollettino del 25 settembre: i dati della pandemia di oggi in Italia
Stando ai dati della giornata di venerdì, i casi di contagio complessivi erano saliti a 4.653.696. Continuava a scendere il numero dei soggetti attualmente positivi che ammontava a 103.556, così come quello dei pazienti ricoverati in terapia intensiva: 489 in totale. I guariti dall’inizio dell’emergenza erano 4.419.537. Purtroppo, si aggravava il bilancio delle vittime in Italia con il totale che raggiungeva le 130.603 vittime.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Covid-19, il bollettino del 24 settembre: 3.797 nuovi casi di contagio e 52 morti
Sarebbero in aumento i ricoveri e le morti da Covid nella popolazione dei bambini fino ai 3 anni. “Il dato del ricovero sotto l’anno di età è aumentato del 4% in questo scorcio di semestre, rispetto ai primi 6 mesi dell’anno” queste le parole di Annamaria Staiano stando a quanto riportato dalla redazione di Virgilio News.
La Presidente della Società Italiana di Pediatria ha spiegato che nei più piccoli il Covid si manifesta per lo più con affezioni del sistema respiratorio. Per tale ragione, sarebbe importante – qualora i sintomi dovessero persistere- contattare il medico ed effettuare un tampone.
Tra i bambini, seppur meno gravi i casi, non mancherebbero in alcune situazioni delle criticità soprattutto alla luce della variante Delta ha spiegato la professoressa Staiano. In Italia, ha chiosato – riferisce Virgilio News citando l’intervista rilasciata dalla Presidente al Corriere della Sera- che dall’inizio della pandemia ad oggi sono stati 350 i casi in cui è stato necessario il ricovero in questa fascia di popolazione.
Secondo uno studio internazionale esisterebbero delle variabili che in alcune città agevolerebbero la diffusione del Covid. Questo quanto emerso dal “Role of urban planning characteristics in forming pandemic resilient cities”, pubblicato sulla rivista Cities.
Stando a quanto riferisce Il Corriere della Sera, tale ricerca avrebbe dimostrato come tra i fattori potrebbe essere inserita anche la conformazione urbanistica, il sistema di trasporto pubblico. Ad essere prese in considerazione, città come Manchester, Southampton, Monaco di Baviera, e Milano.
Ad incidere, ovviamente, anche il numero degli abitanti. Ma gli esperti spiegano come non sia tanto la mole di cittadini a determinare l’andamento del virus, anche perché a parità di condizioni il Covid ha assunto le traiettorie più disparate. Si tratta di un quadro complesso che va analizzato capillarmente.
Milano sarebbe una delle città più colpite proprio a causa delle varie condizioni che si registrano al suo interno. A partire da aree ampiamente popolate, per poi passare alla distribuzione dei mezzi pubblici. Non solo, a determinare una maggior diffusione del virus anche gli spostamenti che avvengono all’interno dei trasporti. Sempre nel capoluogo lombardo, quasi la metà dei movimenti interni si registrerebbe all’interno di treni, bus, metropolitane. Ciò, hanno spiegato gli esperti, non significa che sui mezzi è più facile infettarsi, ma si traduce nel maggior livello di connessione a livello interno che incrementa il flusso degli spostamenti.
Ed è proprio questa motricità costante che inciderebbe a livello di contagio e spiegherebbe il fatto per cui Milano sarebbe una delle città più colpite.
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