Intervista esclusiva a Max Nardari, il regista si è fatto notare su Rai 1 con La mia famiglia a Soqquadro
Di origine padovana, Max Nardari è un produttore e regista molto affermato e impegnato in tanti progetti che gli stanno recando grandi successi. Il pubblico italiano ad inizio settembre ha potuto ammirare e seguire l’anteprima assoluta su Rai 1 del film “La famiglia a soqquadro”, prodotto dalla sua casa di produzione Reset Production e distribuito da Europictures.
Per l’occasione abbiamo avuto la possibilità di intervistarlo e Max è stato così gentile da raccontarci qualche retroscena e spoilerare progetti futuri.
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Max Nardari, iniziamo dal principio: raccontaci qualcosa di te.
“Ciao mi chiamo Max, sono tornato e qui voglio restare”. Mi diverte raccontarmi così, con le prime parole del mio ultimo brano autobiografico dal titolo “Cento Cose” che trovate su Spotify e tutti gli stores digitali. Un pezzo che mi rappresenta tantissimo e che riassume in 3 minuti chi sono. Mi definisco ormai un creativo multifunzionale, una persona che ama le sfide e che si cimenta da anni in svariati campi artistici. Negli ultimi 3 anni oltre a fare il regista, lo sceneggiatore e il produttore di tutti i miei lavori cinematografici, sono tornato a comporre musica, a suonare e anche a cantare. Inoltre sto preparando l’uscita del mio primo libro, un manuale motivazionale rivolto proprio ai creativi multifunzionali come me.
La tua esperienza del cuore.
Quella del 2020, quando sono tornato ufficialmente a cantare con un brano in inglese dal sound internazionale. In particolare è stata una grande esperienza realizzare il relativo videoclip che tocca il tema della fragilità umana nel periodo del primo lockdown a seguito del Covid. L’ho voluto realizzare tutto in animazione con un mio collaboratore da anni, Emiliano leone, uno dei maggiori esperti di VFX in Italia. Il videoclip è davvero spettacolare e ha vinto tanti premi nel mondo, inoltre è stato presentato in anteprima allo scorso festival di Venezia. Il videoclip, che potete vedere sul mio canale Youtube, è davvero di grande impatto: si apre con immagini forti, talvolta drammatiche, costringendoci alla riflessione. Il nostro pianeta, in pericolo e sofferente, ha ripreso a respirare, a vivere. Momenti drammatici e pesanti sfociano in un crescendo di leggerezza, per poi decollare con immagini di mongolfiere multicolori che evocano voglia di libertà e desiderio di volare. Nel 2021 il video ha vinto anche il premio Miglior videoclip al Festival “Tulipani di seta nera”, patrocinato da Rai Cinema.
La mia famiglia a soqquadro è arrivato in Rai. Per chi se lo fosse perso, di cosa si tratta?
La mia famiglia a soqquadro è in mio film uscito al cinema nel 2017 con distribuzione Europictures, che è stato trasmesso in anteprima tv martedì 7 settembre 2021 su RAI 1 in prima serata, ottenendo quasi due milioni di ascolti. Ci tengo a sottolineare che il film aveva già vinto molti premi internazionali importanti, è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Tokyo e in America alla Bahamas. In italia, in particolare, ha vinto il premio Leone di vetro alla 75° Mostra del Cinema di Venezia 2021. Una grandissima soddisfazione, tenendo presente che oltre ad averlo scritto (la sceneggiatura insieme a Fausto Petronzio) e diretto, l’ho anche prodotto con la mia casa di produzione indipendente Reset Production. Un film che non ha avuto sostegni di Ministero, RAI Cinema o altre istituzioni, su cui ho creduto fortemente, investendo anche in prima persona, per cui la definirei una grande soddisfazione per me nel campo della regia cinematografica. La trama è molto originale tanto che da più parti , negli anni, alcune produzioni volevano farlo, ma poi quando mi sono reso conto che stavo perdendo solo tempo, mi sono rimboccato le maniche e in soli 8 mesi ho tirato su il film per conto mio. Racconta la storia di Martino, un bambino di 11 anni che entrando nel nuovo mondo delle scuole medie si trova di fronte ad una realtà inaspettata: è l’unico della classe ad avere ancora i genitori insieme! Pian piano inizierà ad invidiare ai compagni i sontuosi viaggi e regali avuti dai genitori e dai loro rispettivi nuovi partner che fanno a gara per accaparrarsi l’affetto dei figli. Da qui scatterà in lui l’idea diabolica di far separare i suoi genitori per diventare un bambino come tutti gli altri, nell’illusione di poter godere anche lui degli stessi benefici dei compagni. Un bellissimo cast tra l’altro: Eleonora Giorgi, Bianca Nappi, Marco Cocci, Elisa Di Eusanio, Elisabetta Pellini , Ninni Bruschetta e tanti altri.
Eleonora Giorgi, una dei protagonisti. Ha un ricordo particolare con lei sul set?
Eleonora Giorgi è una grande star, con un trascorso importante e lavorare con lei è stato emozionante e anche divertente, perché è molto simpatica. Ricordo con affetto l’ultimo giorno di riprese in cui è arrivata con lo spumante per brindare, e tutto il set ha gradito questo suo gesto, che non è affatto scontato.
In occasione della 75° Mostra del Cinema di Venezia si è aggiudicato il Leone di vetro, cosa ricorda di quell’esperienza?
Grandissima emozione per aver ricevuto un premio così prestigioso nel contesto del Festival di Venezia, ma soprattutto per averlo vinto nella mia terra, il Veneto, dove ora per la prima volta sto per girare un nuovo cortometraggio comedy con protagonista Daniela Poggi, che tratta il tema delle dipendenze dai social.
Diversamente è il tuo terzo film che ha come protagonista Alessandro Borghi, un aneddoto sull’attore?
Alessandro l’ho conosciuto nel 2010 per un mio cortometraggio dal titolo “Lui e l’altro” che è stato uno dei suoi primi lavori. Per chi non lo sapesse questo corto fa parte del mio film ad episodi “Diversamente”, uscito lo scorso maggio in esclusiva sulla piattaforma CHILI, dove lo potete vedere. Ricordo Borghi come un ragazzo molto determinato, che aveva chiaro dove voleva arrivare ed era pronto ad impegnarsi tantissimo per raggiungere i traguardi che si era prefissato. In pochi anni è diventato uno degli attori italiani più quotati e si è fatto un nome anche all’estero. Sono contento di aver contribuito in qualche modo alla sua folgorante carriera.
Sei considerato da tutti un poliedrico, ti riconosci in questo?
Si, in quanto come dicevo cimentarmi in più campi artistici fa parte della mia natura. Sono una persona libera che non segue né le persone, né le mode e che vuole continuamente sperimentarsi in qualcosa di nuovo autonomamente. Ho provato in passato a portare avanti singoli progetti, focalizzandomi solo su quelli, e non solo non mi sentivo appagato, ma poi con il tempo ho capito anche che portarne avanti tanti alimentava la mia energia e mi portava a realizzarli meglio tutti.
L’ultimo progetto Cento cose è l’anticipazione del libro in uscita a novembre e del primo album musicale, com’è nata questo grande progetto?
Ho voluto riunire tutto quello che stavo portando avanti negli ultimi anni in un unico concetto che è quello del creativo multifunzionale, contrapposto a quello del dispersivo. Ho voluto con questo divertente brano estivo anticipare l’uscita del mio libro che si intitola appunto “Meglio fare cento cose bene che una male”. Mi sono reso conto negli ultimi 5 anni che molte cose che ho realizzato autonomamente sono andate in porto, mentre quelle che dovevano essere prodotte da grosse major erano solo chiacchere. Ho perso davvero troppo tempo dietro a troppe persone inconcludenti e negli ultimi due anni mi sono davvero reso conto che non ho bisogno di dipendere più da nessuno. A costo di di lavorare il doppio, ricoprendo più ruoli, voglio andare avanti per la mia strada con la mia società e con i miei fedeli collaboratori. Questa non è arroganza ma… sopravvivenza.
Uno spoiler sul libro?
Il libro è un manuale motivazionale e autobiografico rivolto in particolare alle persone creative, con molteplici potenzialità ma che, per mancanza di fiducia in sé stesse, non le sviluppano. È rivolto ai giovani ragazzi universitari che si sono trovati, nel periodo del Covid, senza più prospettive per il futuro, in un clima di grande incertezza, ai quarantenni o cinquantenni che hanno perso il lavoro, oppure che sono entrati in crisi, non avendo più uno scopo chiaro nella loro vita. Ma è rivolto soprattutto agli artisti che hanno lasciato perdere un progetto, convinti per svariate ragioni che ormai non sia più possibile realizzarlo. Mi ha molto motivato condividere stralci delle mie esperienze perché in questo modo ho dato prove concrete di quello che ho scritto nel libro.
Uno sull’album musicale?
Con il 2022 uscirà finalmente il mio album in inglese con brani pop dance stile anni ’90 che sono già stati anticipati da vari singoli in inglese. In particolare “I need you” ha riscosso molto successo e mi ha portato lavoro come regista per altri videoclip come l’ultimo di Luisa Corna. Per chi può sembrare singolare che un regista si occupi anche di musica e avanti i suoi brani, ci tengo a specificare che alcune tracce del disco saranno parte della colonna sonora e ho scelto la lingua inglese proprio perché si sposa meglio con il mood dei miei film.
Progetti futuri
A breve girerò il mio prossimo cortometraggio sul mondo dei social, poi a seguire inizierò le riprese di un documentario internazionale sulla moda per le piattaforme. Con il nuovo anno uscirà sicuramente il mio primo album, di cui accennavo prima, che conterrà 12 brani pop dance in inglese. A questo punto: un sogno nel cassetto? Realizzare un grande film musical stile La La Land, dove io possa unire musica cinema e anche danza, perché no?
BEATRICE MANOCCHIO