Si è conclusa sul nascere l’udienza di Patrick George Zaki, la seconda per il ricercatore egiziano: il processo è rinviato a Dicembre.
È durata solo 2 minuti l’udienza di Patrick George Zaki, la seconda per il ricercatore dell’Università di Bologna. Lo studente è detenuto in un penitenziario egiziano dallo scorso 7 febbraio 2020. Sin dall’arresto, avvenuto intorno alle 4:00 del mattino locali, il ragazzo egiziano è incriminato non solo di minaccia alla sicurezza nazionale, sovversione e incitamento alle proteste illegali; ma soprattutto per diffusione di false notizie all’interno e all’esterno dei confini del Paese e per propaganda terroristica.
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Si è concluso oggi il secondo processo per Patrick George Zaki. Quello precedente era stato aperto martedì 14 settembre: 5 minuti l’iter nel tribunale di Mansura, sua città natale; poi il rinvio a giudizio a giovedì 28 settembre. “Io, detenuto troppo a lungo“, così nella prima udienza lo studente egiziano ha lamentato il fatto di aver passato un tempo in cella sensibilmente superiore rispetto a quello previsto dalla legge con riferimento ai reati di cui è stato accusato. Il secondo iter giudiziario è stato ancor più breve del primo: solo 2 minuti, poi il rinvio a giudizio al 7 Dicembre. La notizia è stata annunciata da un agente delle forze dell’ordine proprio nell’aula del tribunale.
Stando a quanto si apprende dalle fonti ufficiali, la scelta del rinvio sarebbe necessaria per consentire il procedimento dello studio degli atti. Secondo quanto riferito dalla sua legale Hoda Nasrallah, il rinvio sarebbe tutto a favore della difesa, affinché possa ottenere una copia ufficiale del fascicolo e rappresentare in aula Patrick George Zaki nel migliore dei modi. L’avvocato ha difatti rivelato che l’accusato non ha proferito parola durante l’udienza; anzi, a sua detta, sarebbe stato proprio l’imputato stesso a chiedere il rinvio, “non soddisfatto” del lavoro frettoloso della difesa, accusata di aver velocemente presentato il procedimento senza fornire copie ufficiali o fotocopie dei documenti.
Classe 1991, Patrick George Zaki è stato incriminato per aver difeso in un articolo la fede dei cristiano-copti, di cui fa parte anche la sua famiglia. Secondo quanto denunciato per iscritto dal giovane ricercatore, questa piccola minoranza ortodossa sarebbe costante bersaglio di sopruso e abuso da parte dei vertici del Paese.
Il rinvio a giudizio di Zaki, “così lungo che sa di punizione” secondo il parere del portavoce di Amnesty International Riccardo Noury, marcherà il 22° mese di incarcerazione di Patrick George Zaki.
Fonte BBC
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