La nostra intervista video ad Alessandro Pascale, candidato a sindaco per il Comune di Milano per il Partito Comunista di Marco Rizzo
35 anni, valdostano d’origine, Alessandro Pascale è il giovanissimo candidato a sindaco per la città di Milano schierato dal Partito Comunista di Marco Rizzo.
Docente di storia e filosofia, scrittore e con un invidiabile curriculum di militanza politica, Pascale si definisce “un proletario orgoglioso di esserlo”. A YesLife ha spiegato le sue idee ed i progetti per una Milano diversa.
Lei è esponente del partito comunista, come si coniuga la filosofia di partito con la città di Milano?
Milano ha una storia operaia, proletaria, sono state fatte molte lotte che hanno inciso sugli indirizzi di questo Paese. Ha subito un processo di attacco ideologico da parte di questo capitalismo che non ha saputo valorizzare l’identità di questa città. Il Marxismo e il Comunismo possono essere ancora molto utili per capire l’importanza di vivere in un ambiente equilibrato e quanto meno più umanistico.
Per voi la tutela della salute è essenziale e primaria, come risanare il sistema che secondo voi tutela solo gli interessi di ristrette élite?
È fondamentale reinvestire nella sanità pubblica, basta soldi alla sanità privata. Sappiamo che le pertinenze sono della Regione ma quello che si può fare a Milano città è evitare, quando c’è una pandemia, di dire Milano non si ferma. E in più cercare di rafforzare tutti i servizi comunali, su questo c’è il nostro massimo impegno a dislocare le risorse.
Le tre cose più essenziali da fare per Milano?
Milano ha bisogno di lavoro, di casa e di liberarsi dalle mafie.
Lei ha dichiarato che sapete già di non governare la città al temine delle elezioni, e allora perché la scelta di scendere in campo comunque e metterci la faccia?
Abbiamo consapevolezza che il regime attuale rende estremamente difficile, se non impossibile, ad una forza politica piccola come la nostra, di godere degli spazi necessari per raggiungere tutti i cittadini. Io mi sono messo a disposizione di questo progetto perché credo che per riuscire a praticare di nuovo, quella che Gramsci chiamava egemonia sul territorio, occorra saper declinare una proposta concreta di alternativa al sistema. E penso che è quello che siamo riusciti a fare nel nostro programma politico.
In caso di ballottaggio, sapete già cosa fare?
Dipende chi ci va al ballottaggio. Se ci dovesse andare una forza rappresentativa delle ragioni del lavoro, del popolo che soffre potremmo dare anche un’indicazione ma mi sembra molto difficile. Se la scelta sarà tra coloro che i sondaggi danno come i due papabili, non daremo assolutamente nessuna indicazione di voto perché per noi Sala e Bernardo sono due facce della stessa medaglia.
FRANCESCA BLOISE
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