Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi domenica 3 ottobre, ha comunicato i numeri dell’epidemia da coronavirus in Italia tramite bollettino.
Aggiornato lo stato dell’epidemia da coronavirus diffusasi nel nostro Paese da oltre un anno. Secondo i dati contenuti nel bollettino del Ministero della Salute, i casi di contagio complessivi sono saliti a 4.682.034 con un incremento di 2.968 unità in più rispetto a ieri. Tornano in aumento i soggetti attualmente positivi che ad oggi ammontano a 92.967 (+218). Scendono, invece, i pazienti ricoverati in terapia intensiva: 431 in totale e 1 in meno di ieri. Le persone guarite dall’inizio dell’emergenza sono 4.458.036, ossia 2.716 unità in più di ieri. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 33 decessi che hanno portato il bilancio delle vittime totale in Italia a 131.031.
La Regione Emilia Romagna, si legge nelle note, ha eliminato 1 caso dal totale dei positivi, positivo a test antigenico ma non confermato da tampone molecolare. La Campania specifica che 1 decesso registrato oggi è riconducibile ai giorni scorsi. La Sicilia, infine, segnala che i decessi riportati oggi sono avvenuti nei giorni scorsi.
Secondo il bollettino diramato nella giornata di ieri, il dato delle persone risultate positive al virus dall’inizio dell’emergenza era aumentato a 4.679.067.
In discesa i soggetti attualmente positivi che erano pari a 92.749. Aumentavano invece i ricoveri in terapia intensiva pari a 432 pazienti. Il dato dei guariti era giunto a 4.455.320 mentre quello dei decessi raggiungeva le 130.998 vittime.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Bollettino del 2 ottobre: i dati della pandemia di oggi in Italia
Stando ai dati di venerdì, i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza erano saliti a 4.675.758. Continuavano a scendere il numero dei soggetti attualmente positivi che ammontavano a 93.652 (-656), così come quello dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva: 429 in totale. I guariti erano 4.451.133, mentre il bilancio totale delle vittime saliva a 130.973.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Covid-19, il bollettino dell’1 ottobre: 3.405 nuovi casi e 52 decessi
Una delle voci più autorevoli della virologia mondiale, è tornato ad esprimersi sulla terza dose di vaccino anti-covid. Anthony Fauci, consigliere di Donald Trump nella prima fase della pandemia, avrebbe spiegato che con l’inoculazione della terza dose – dopo 15 giorni- si avrebbe un esponenziale aumento della risposta immunitaria contro le varianti.
Fauci ha poi proseguito, riporta la redazione di Tgcom24, affermando anche che la Delta sarebbe molto più efficiente della altre mutazioni e per questo che negli Usa si è registrato un calo drastico dell’efficacia dei vaccini.
Ad arrivare non soltanto l’autunno, ma anche l’influenza stagionale. Ed è per tale ragione che immediato è stato il confronto del Ministero sul tema vaccini e sulla possibilità di somministrare sia quello anti-covid che quello anti-influenzale.
All’esito di una approfondita analisi, riporta Tiscali News, è arrivato l’ok che prevede la possibilità nella stessa seduta di poter ricevere entrambi i sieri. Diverso il discorso con altri tipi di vaccini, per i quali sarebbe meglio lasciar trascorrere due settimane.
Secondo un nuovo studio, riporta Virgilio Notizie, condotto dall’Università di Oxford sarebbe emerso un dato molto importate in tema trasmissibilità covid. Nello specifico, quanto effettivamente possano essere contagiosi i soggetti vaccinati.
La ricerca, in attesa di revisione, avrebbe riscontrato come le persone immunizzate con siero sarebbero meno infettive, anche se si parla di variante Delta, pur possedendo nell’eventualità la stessa carica di un non vaccinato. Non solo, ad emergere anche un dato relativo ai bambini, ossia che questi ultimi, più difficilmente trasmettono il Covid.
La casa farmaceutica Merck ha dichiarato che a stretto giro richiederà all’Fda l’autorizzazione per immettere in commercio la prima pillola anti-covid. Si tratta del Molnupiravir e consentirebbe – riporta la redazione di Sky Tg24– di ridurre sensibilmente i rischi di decesso e ricoveri.
Qualora dovesse ricevere il placet dell’Autorità, la pillola andrebbe a segnare un ulteriore passo in avanti nella lotta al Covid dando il via alla prima somministrazione orale di una terapia contro il virus. La ricerca ha mostrato come, se il farmaco viene somministrato nelle prime fasi di infezione, consenta di abbassare drasticamente il rischio di manifestazioni gravi. Andrebbe assunta per 5 giorni e 4 volte al giorno.
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