Non si arresta l’attività del vulcano dell’arcipelago delle isole Canarie: l’eruzione sta provocando ingenti danni alle aree limitrofe.
Persiste l’alto rischio Cumbre Vieja a La Palma. Dalle 15:12 del 19 settembre, l’allarme risuona in tutte le aree limitrofe a a Montaña Rajada, nell’area forestale di Cabeza de Vaca. Da quella domenica esplosiva, l’eruzione del noto vulcano dell’arcipelago spagnolo delle Canarie, non rallenta la sua corsa e la colata lavica, silente dal 1971, scivola oggi inarrestabile incenerendo strade e infrastrutture. Il penultimo aggiornamento rilasciato del geologo Raúl Pérez al media spagnolo El País, preannunciava l’apice della catastrofe naturale: l’attività magmatica sta lentamente alterando la mappa dell’isola.
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La notizia trova risonanza nei media locali, le cui fonti ufficiali precisano la ripresa della cavalcata lavica, la cui corsa ha già inghiottito almeno 400 ettari di terreno e incenerito quasi 1000 edifici. I numeri sono stati confermati nel comunicato del Dipartimento di Sicurezza Nazionale spagnolo e il sistema europeo Copernicus. In attesa del lavoro più accurato dei droni e delle loro immagini satellitari, ostacolati dalle persistenti nubi di fumo e fuoco, questi ultimi sono i dati più aggiornati disponibili finora. La lava ha da poco raggiunto l’oceano e, secondo le stime rilasciante dagli enti ufficiali, la superfice sottratta al mare è di almeno 30 ettari.
L’Istituto geografico nazionale spagnolo ha asserito la criticità della situazione: a due settimane dall’inizio dell’eruzione, solo questo lunedì (4 ottobre) sono stati registrati altri due terremoti sopra il magnitudo 3.0. La ripresa dell’attività sismica sembra accertare le previsioni iniziali di Miguel Angel Morcuend, direttore dell’unità specializzata nelle emergenze, secondo il quale il proseguimento dell’attività magmatica ha un periodo stimato dai “24 agli 84 giorni. “Non siamo ancora prossimi alla fine, non sappiamo quando lo saremo.“ – ha confessato il presidente regionale delle Isole Canarie, Ángel Víctor Torres, alla televisione di stato RTVE – “In questo momento siamo nelle mani della natura.”
La lava ha distrutto diverse proprietà, infrastrutture pubbliche e terreni agricoli. Le autorità locali sono ancora mobilitate nelle operazioni di evacuazione e soccorso: molti volontari stanno distribuendo acqua potabile alle abitazioni sprovviste di nuove forniture idriche.
Fonte El Vocero
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