Nel 2021 la censura esiste ancora. Siamo in Italia. Il nuovo film di Stefano Mordini denuncia, attraverso un fatto di cronaca, il tema ancora attuale della violenza sulle donne.
Un magma che attraverso la voce di coloro che credono nella giustizia e nel rispetto potrebbe non solidificarsi, ma questa purtroppo è soltanto una speranza. Il nuovo film di Stefano Mordini, presentato di recente alla 78esima “Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica“, ripercorre gli avvenimenti che nel 1975 segnarono per sempre la vita di Donatella Colasanti, privando invece definitivamente Rosaria Lopez al suo diritto di continuare la propria, torturandola fino alla morte.
“La Scuola Cattolica” ripercorre perciò un fatto di cronaca. Quello meglio conosciuto anche come il “delitto del Circeo“. Un evento realmente accaduto dunque, e che con altre dinamiche e su altri soggetti, continua ancora oggi ad essere una morsa oppressiva per la libertà delle donne nella nostra penisola. E non solo. Stando al parere di moltissime persone intervenute a seguito del propagarsi della notizia in rete, il film dovrebbe essere, per tal ragione, proiettato nelle scuole sotto forma di denuncia sociale. Invece? “Lo censurano”.
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La visione della pellicola cinematografica, che sancirà il suo esordio in sala nella giornata di domani 7 ottobre 2021, è stata vietata ad un pubblico di minori di diciotto anni. Il film si presenta però al contempo come “l’esempio perfetto per spiegare che le cose non succedono sempre agli altri, che atti osceni possono essere compiuti anche da ragazzi apparentemente educati, ‘puliti”, di buona famiglia“.
Una delle contraddizioni più calzanti, e per cui la decisione intrapresa dai vertici della Commissione ministeriale potrebbe perdere ancor più di credibilità, è stata espressa in queste ultime ore. “Il film mette in scena il massacro del Circeo, che vede tra i suoi protagonisti nella realtà un ragazzo minorenne, e noi vietiamo proprio ai minorenni di vederlo?”. Un atteggiamento, quello ministeriale, che appare vissuto da una larga maggioranza come l’ennesima manifestazione dei “10 passi avanti e 100 passi indietro“.
Un comportamento con la predilezione, a quanto pare, per un’ingenuità che potrebbe continuare a muovere verso l’orrore “inconsapevolmente”. E’ ancora possibile accettare tutto questo? “Andiamo a vederlo e parliamone con chi non può“, sembra essere la risposta più saggia. E forse più utile per “ribellarci a questa vergogna“.
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