Netflix. Il colosso di streaming mondiale proporrà a breve un film incentrato sulla vicenda di cronaca nera sul caso Yara Gambirasio. Chi sono regista e interpreti dell’opera
La cronaca nera diventa racconto e si svela tramite immagini sofferte sugli schermi. Non è la prima volta che accade, non sarà l’ultima. Eppure il film sulle vicende che hanno portato alla morte prematura di Yara Gambirasio è atteso con un misto di curiosità e preoccupazione.
Il motivo risiede soprattutto nella vicinanza temporale degli eventi e, soprattutto, per l’ondata emotiva che un paese intero ha riversato sul caso. Era il 26 Novembre 2010 quando venne data notizia della scomparsa della tredicenne residente a Brembate di Sopra (in provincia di Bergamo). Di lei si persero completamente le tracce. Il suo cadavere fu rinvenuto solo tre mesi dopo. In seguito a una mappatura a tappeto del DNA si risalì come autore del suo omicidio a Massimo Bossetti, un muratore di Mapello. L’uomo ancora oggi grida dal carcere la sua innocenza.
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La storia di Yara Gambirasio diventa un film, prodotto da Taodue, che vedrà la luce a breve. Sarà proiettato nei cinema dal 18 al 20 ottobre per poi essere inserito nel catalogo del colosso dello streaming Netflix da venerdì 5 Novembre.
La regia è stata affidata al maestro Marco Tullio Giordana che con estrema delicatezza e precisione è stato artefice di capolavori come “La meglio gioventù”, “I cento passi”, “Quando sei nato non puoi più nasconderti”.
Yara avrà il volto dell’attrice Chiara Bono. Il cast si pregia di nomi illustri quali Isabella Ragonese e Alessio Boni. A loro fianco troveremo Thomas Trabacchi eRoberto Zibetti; quest’ultimo rivestirà i difficili panni di Massimo Bossetti. Sandra Toffolatti e Mario Pirrello saranno i genitori di Yara.
“Quando mi è stato proposto il film, la mia prima reazione è stata ‘no’. Non voglio toccare un tizzone ardente” – ha detto il regista Marco Tullio Giordana. A convincerlo a cambiare idea è stata la lettura della sceneggiatura, ben strutturata e documentata, affidata a Graziano Diana.
Il compito principale non è quello di puntare il dito contro nessuno su questo logorante fatto di cronaca ma mantenerne viva la memoria, ricostruendo un’indagine difficile, unica nel suo genere.
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“É tutto vero o si tratta di un presunto errore giudiziario?” – s’interroga Giordana sulle pagine de Il Corriere della Sera. Prosegue: “Come regista mi pongo questa domanda. Sembra assurdo ma, dopo un lungo processo, una sentenza definitiva e il colpevole Massimo Bossetti all’ergastolo, ci sono ancora tanti innocentisti sui social”.
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