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Politica

Riforma Pensioni, braccio di ferro Lega-Draghi: il premier non cede

Prosegue serrata la discussione sul tema Pensioni: se da un lato la Lega spinge per mantenere Quota 100, Draghi manifesta la sua propensione ad altre soluzioni.

Il premier Mario Draghi (Getty Images)

Il Documento programmatico di Bilancio è stato mandato a Bruxelles con una specifica: ancora sul banco di discussione ballano gli interventi in materia pensionistica. Un tema caldo, anzi caldissimo sul quale pare che le forze politiche abbiano ingaggiato un serrato braccio di ferro. Da un lato la Lega che vuole preservare la sua Quota 100 dall’altra chi sostiene Quota 102 o addirittura 104.

Riforma Pensioni, Quota 100 addio: il progetto del Premier Mario Draghi

Per la Lega è di vitale importanza non riportare alla luce la legge Fornero e mantenere Quota 100. Sul punto però, riporta Il Riformista, Mario Draghi dissentirebbe.

Matteo Salvini (Getty Images)

Stando ai numeri, con la riforma del Carroccio si sarebbero dovute pensionare circa un milione di persone per far largo ai nuovi lavoratori. Eppure le stime sono state disattese, avendo usufruito della misura solo un terzo dei potenziali aventi diritto.

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Quota 100, pertanto, non sarebbe una strada perseguibile. Il Premier sarebbe più propenso a presentare in Consiglio dei Ministri una Quota 102/104. Sul punto già si sarebbe aperta la trattativa con la Lega.

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L’intento sarebbe quello di un passaggio graduale dall’attuale normativa al nuovo sistema. Dapprima Quota 102 (che prevedrebbe per il pensionamento 64 anni di età insieme a 38 di contributi), poi nel 2023 Quota 104 (65 o 66 anni di età e 38 di contributi), con un ritorno della Fornero nel 2024.

Unica deroga, riferisce Il Riformista, Mario Draghi sarebbe propenso a concederla a coloro i quali svolgono lavori usuranti.  La Lega, però, non demorde e parla di una inconcepibile equiparazione di fondi tra il sistema pensionistico ed il Reddito di Cittadinanza.

Il segretario generale della CGIL., Maurizio Landini (Getty Images)

Matteo Salvini, però, non sarebbe l’unico insoddisfatto, anche Landini – numero 1 della Cgil, ospite ieri della trasmissione “Porta a Porta” in onda su Rai 1- avrebbe ammesso che quella sul banco non sarebbe una vera riforma. Sul punto, riporta Il Riformista, Landini avrebbe lamentato una sua esclusione dal tavolo delle discussioni.

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