Secondo uno studio spagnolo in 13 anni sono decedute 379 persone, morte accidentalmente mentre cercavano di farsi un selfie.
Secondo uno studio trasversale epidemiologico spagnolo, di prossima pubblicazione sul Journal of Travel Medicine, 379 persone sono morte accidentalmente mentre cercavano di farsi un selfie tra gennaio 2008 e luglio 2021. Il risultato è evidente nell’abstract del progetto sperimentale, la cui fonte precisa che la ricerca di selfie estremi ha ucciso 379 persone in totale negli ultimi 13 anni. Secondo le stime riportate nel documento, una vittima su 3 era si trovava in viaggio al momento della tragedia.
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Precipitati, investiti o annegati, queste sono le tre principali morti per selfie. I dati sono l’evidente segno di una società ammalata, che mette a rischio la propria incolumità pur di esibire l’apparenza sulle vetrine del mondo virtuale. Si tratta di una comunità alla costante costruzione di un sé debole, dipendente dai rapporti istaurati all’interno del proprio dispositivo: una presenza di pixel da aggiornare ogni giorno; un’influenza talmente elevata che spesso risulta davvero impossibile farne a meno per qualche minuto. Il risultato? Un disastro.
Centinaia di turisti hanno perso la vita su terreni scoscesi o ripidi dirupi; ancora peggio, viaggiatori sono morti perché hanno sfidato il comportamento tanto impulsivo quanto imprevedibile di maestosi animali selvatici. La maggior parte delle vittime non supera i 25 anni, tutte scomparse mentre tentavano di farsi un selfie. I decessi hanno subito un incremento spaventoso negli ultimi anni, con la conferma internazionale della più iconica tecnica fotografica del XXI secolo.
Nel dettaglio, 216 dei 379 decessi registrati dal 2008 al 2021 sono stati causati da cadute dall’alto, seguite da annegamenti e incidenti con mezzi di trasporto, quali autoveicoli o treni. Altri 24 sono morti in un incidente con un’arma da fuoco; mentre 17 persone sono decedute a causa di improvvisi attacchi da parte di animali pericolosi.
Dal 2008, 100 sono morti in India, 39 negli Stati Uniti e 33 in Russia.
Fonte World Stock Market