La città scozzese di Glasgow è da giorni epicentro di una mobilitazione globale contro l’emergenza dei cambiamenti climatici.
Proseguono le proteste a Glasgow. La città scozzese, che ospiterà il vertice della Cop26 fino al 12 novembre, è diventata in breve tempo l’epicentro di una mobilitazione a carattere globale. Decine di migliaia di manifestanti di tutto il pianeta si stanno radunando ogni giorni nella nota città sul fiume Clyde per gridare contro il mancato impegno dei grandi della Terra. In testa al corteo in marcia questo venerdì 5 novembre, Greta Thunberg. Di fronte all’impellente questione climatica, i leader mondiali sono accusati di totale inosservanza nei confronti del Pianeta: “è sotto gli occhi di tutti che il summit sia un totale fallimento“, ha gridato la giovane attivista svedese dal palco di Glasgow.
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I Paesi scendono in piazza per chiedere “giustizia climatica”
Vanessa Nakate @vanessa_vash just gave a powerful address to the many thousands gathered in Glasgow Green
She spoke of escalating fires, floods and famine across Africa but urged hope: “Another world is possible.”#COP26 #ClimateJustice pic.twitter.com/gD6Z2ModOK
— Daisy Dunne (@daisydunnesci) November 6, 2021
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Greta Thunberg denuncia l’immobilità pragmatica del vertice intergovernativo sul clima e punta il dito contro i leader mondiali, accusati di menzogne e scarso impegno. Incapaci di dare una vera svolta pratica ai loro “bei discorsi”, i grandi della Terra mostrano solo abili retoriche fatte di “parole vuote e bla bla bla.” L’obiettivo principale della manifestazione è pertanto quello di riportare la questione ambientale al centro del dibattito senza orpelli linguistici o leve pro business. La mobilitazione internazionale non accetta più l’atmosfera del vertice e qualifica la COP26 come vera “festival del greenwashing“ tra promesse non mantenute e impegni troppo vaghi da parte dei Paesi coinvolti.
Nulla è migliorato in termini di deforestazione, riduzione delle emissioni di metano, gas serra ed energia fossile. Misure concrete più che parole; questo chiedono i manifestanti. Da ieri, venerdì 5 novembre, i raduni si sono moltiplicate in tantissime città internazionali. Da Sydney a Parigi, passando per Londra, Nairobi o Città del Messico, sono previsti più di 200 eventi. Diversi Paesi del mondo si stanno radunando in piazza per l’esclusivo obiettivo della “giustizia ambientale”, da tradurre con urgenza in misure immediate per le comunità già severamente colpite dai mutamenti climatici.
Alla marcia climatica di Glasgow, un’attivista ugandese ha preso parola denunciare l’inettitudine pragmatica della Cop26: “Le decisioni prese dai governi in questo momento aumenteranno solo le sfide che stanno affrontando.”
Fonte Independent