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Esteri

COP26: la “deludente” firma conclude il vertice sul clima

Si è conclusa la conferenza internazionale sul clima: dal “bla bla bla” di Greta Thunberg al “risultato deludente” del WWF.

L’Emergenza del riscaldamento globale (Getty Images)

La nuova firma COP26 non è stata ben accolta da tutti. Dopo due settimane di negoziati e oltre 24 ore di tempi supplementari, il vertice internazionale sul clima conclude la Conferenza sul clima con un nuovo negoziato siglato da tutti i 197 paesi delle Nazioni Unite. Tuttavia, il nuovo “Patto di Glasglow non è stato particolarmente apprezzato a livello internazionale. Tra rallentamenti e slittamenti, il documento ufficiale risulta difatti scricchiolante; inquinato da compromessi che intaccano sensibilmente il vero obiettivo del summit dei Grandi della Terra. Il carbone non sarà eliminato: la decisione dell’ultimo minuto intralcia di fatto la corsa globale verso il carbon neutral.

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Il Patto di Glasgow: “un accordo debole che manca di coraggio”

 

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Il nuovo accordo? Debole; manca di coraggio e ambizione. Lo hanno riferito attivisti e associazioni di spicco nella lotta contro il riscaldamento globale. Dopo 13 giorni di negoziati, la nuova firma conferma quanto detto da Greta Thunberg, tra le prime voci a reagire su Twitter. La delusione della giovane svedese trovano piena condivisione nei membri del WWF: “Siamo venuti a Glasgow per assistere a un’accelerazione pragmatica sulla questione climatica. […] I governi dovevano fare progressi per risolvere le grandi lacune. Glasgow è stato un punto di partenza e non di arrivo.“, ha riferito Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.

L’impegno della COP26 mira ai tagli alle emissioni e a finanziamenti urgenti per i paesi in via di sviluppo. Tra i punti più importanti vi è sempre l’obiettivo del contenimento della temperatura a 1,5°C. Del tutto vani gli impegni internazionali volti all’eliminazione graduale del carbone. La piega tragica arriva dall’ultima decisione di India e Cina. I due paesi, tra i maggiori consumatori di combustibili fossili, difendono un “uso responsabile” di queste energie. Il loro compromesso ha visto pertanto l’indebolimento della prima versione del negoziato. L’espressione “eliminare gradualmente“, con riferimento a un potenziale futuro carbon neutral, è stata quindi sostituita con l’opzione di “riduzione progressiva“.

Il premier britannico Boris Johnson (Getty Images)

Al malcontento internazionale si è aggiunto anche quello dello stesso presidente della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite Alok Sharma, il quale ha confessato di essere “profondamente dispiaciuto” per l’esito COP26.

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