“Ho accettato solo perché mi pagavano per dirti c***ne”. A parlare è la coscienza armadillo di Zerocalcare in “Strappare lungo i bordi”, svelando altre curiosità sulla serie più amata d’Italia.
“Sei cintura nera di come si schiva la vita“. La frase già divenuta iconica della serie tv, divisa in sole sei puntate, di “Strappare lungo i bordi“, sembra riassumere in poche parole il senso fondamentale del progetto messo su schermo dal suo protagonista. Fragilità e turbamento viaggiano all’unisono nella realtà di Zero e della sua talvolta pavida mente, fondendosi in un gioco a perdifiato che arriva allo spettatore come “un pugno nello stomaco” per la sua estrema veridicità.
Alcune curiosità sul capolavoro del genio a fumetti, Zerocalcare, approdato su Netflix lo scorso 17 novembre, e già apprezzato dal 98% degli utenti sulla piattaforma, continuano ad emergere di giorno in giorno. Ed in costante rapporto con lo share d’immagini riguardanti l’originale format. Una fra queste sarà la più gettonata. Chi è la voce della coscienza Armadillo, alquanto ambigua, del suo protagonista? E soprattutto, perché proprio lui?
Zerocalcare chi dà voce all’Armadillo coscienza? E altre curiosità su “Strappare lungo I bordi”
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“Fargli dei complimenti che lui potrebbe leggere mi appare ripugnante“, afferma in una celebre vignetta Zero riferendosi al prodotto della sua mente contorta e dalle sembianze di un armadillo, straordinariamente privo di spina dorsale. Ad accettare di trasfigurarsi in maniera superlativa, secondo l’opinione del fumettista, in tale essere strisciante dalla vena ironica, pungente e sagace, è il dieci volte candidato ai David di Donatello, ed altrettanto indimenticabile protagonista di pellicole anni ’90, come “In barca a vela contromano” e “Tutti giù per terra”. Si tratta dell’attore e regista romano doc, anche lui ma forse ancor più di Zero, Valerio Mastandrea.
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In una recente intervista Zerocalcare ha poi spiegato il perché di questa sua scelta. “Nella mia vita“, lascia trasparire l’autore riferendosi a Valerio, “lui ha proprio la funzione della figura dell’Armadillo“. E, questa dinamica, avrebbe avuto tali presupposti a partire da “molto prima che io gli chiedessi di doppiarlo e interpretarlo“. Pertanto “quando poi ho visto per la prima volta l’Armadillo parlare con la voce di Valerio ho pensato che era perfetto“. Si parla dunque di una coscienza metaforicamente vermiforme. Ma capace di far riconoscere ed ammettere a Zero, seppur amaramente e ad alta voce, la vera natura dei suoi pensieri.
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Per tal motivo l’Armadillo sarebbe “l’unico uomo che ha la coscienza più sporca di lui“. Un’invadente consapevolezza, infine, che si mostra “vigliacca e strisciante nel suo essere depositaria di grandi verità“.