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Esteri

Sharbat Gula: in salvo a Roma la ragazza simbolo dei conflitti afghani

La capitale ha accolto Sharbat Gula; divenuta celebre 30 anni fa in seguito alla pubblicazione del suo ritratto su National Geographic.

 

L’iconica “Ragazza afghana” dagli occhi verdi, divenuta celebre 30 anni fa in seguito alla pubblicazione del suo ritratto sulla copertina di National Geographic, è stata espatriata, tratta in salvo e accolta a Roma. La notizia del suo arrivo nella capitale è stata annunciata lo scorso giovedì (25 novembre) da Mario Draghi. Secondo quanto riferito dal Presidente del Consiglio italiano, Roma ha abbracciato la richiesta d’aiuto di Sharbat Gula, oggi quasi 50enne. La donna è finalmente libera e al sicuro e grazie all’intervento di Palazzo Chigi sarà prossimamente inserita in un programma di accoglienza.

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Uno sguardo che ha ghiacciato il mondo intero

 

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Nessuno può dimenticare quegli occhi verdi; nel suo sguardo, il male della guerra. In quello scatto, l’intensa espressione della giovane, 12 anni, è riuscita a ghiacciare l’intera comunità internazionale. Due iridi penetranti, di un forte color verde vivo: il simbolo di tutti i conflitti afghani. L’iconica fotografia è stata scattata dall’abile sguardo del fotoreporter americano Steve McCurry ed è stata pubblicata un anno dopo sulla copertina del National Geographic Magazine, incorniciata dal titolo “Ragazza Afghana”.

Era il 1984 quando il volto di Sharbat Gula iniziò a fare il giro del mondo grazie del celebre fotografo di guerra. All’epoca, la ragazza stava studiando nella scuola di un campo profughi di Nasir Bag, nel nord-ovest del Pakistan. Rimasta orfana, nel 1979 Sharbat dovette fuggire dal suo Paese, invaso dall’Unione Sovietica. Durante i terribili anni della guerra sovietico-afghana, Gula fu costretta alla conversione dell’Islam e a sposarsi con Ali Azhar all’età di 13 anni. Dal marito, allora 44enne e attualmente rinviato a giudizio, ebbe 5 figli, uno dei quali morì poco dopo la nascita.

L’appello di Sharbat Gula è stato finalmente accolto dal governo italiano, che ne ha organizzato l’espatrio e il trasferimento. Nell’annuncio di giovedì, Palazzo Chigi ha precisato che la sua storia a lieto fine va letta “nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del governo per la loro accoglienza e integrazione.” 

A distanza di trent’anni dalla Steve McCurry le ha scattato una nuova fotografia. Sharbat Gula è diversa, ma in quel volto familiare resta impressa la stessa espressione; incancellabile nonostante la sofferenza e i segni del tempo.

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