La quarta ondata di coronavirus, inasprita dalla nuova variante Omicron, non dà tregua al settore più colpito dalla crisi economica.
Resta alta la tensione a livello internazionale su nuove potenziali recessioni economiche a causa del SARS-CoV-2. Una nuova crisi? In piena quarta ondata, il timore si acuisce all’arrivo delle neonate 32 mutazioni dell’inarrestabile proteina Spike. L’ultima variante Omicron, conosciuta anche con nome tecnico B.1.1.529, si posa come ciliegina su una torta già amara e colante. Al primo posto in classifica tra i settori più infatti vi è il turismo, di importanza nodale per l’economia del nostro Paese.
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Le stime dell’ONU non lasciano dubbi: il settore del turismo sta attraversando una crisi senza precedenti. La già critica situazione potrebbe ulteriormente acuirsi a breve a livello internazionale, per una perdita totale dal valore di circa 2 trilioni di dollari nel 2021. L’inconcepibile cifra è stata confermata dall’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (UNWTO) in un comunicato pubblicato questo lunedì (29 novembre). Stando a quanto si apprende dalla fonte ufficiale, l’UNWTO ha registrato un incremento del 58% degli arrivi turistici nei mesi tra luglio-settembre rispetto allo stesso periodo del 2020, ma quest’ultimo è comunque inferiore rispetto al periodo pre-pandemia. Pertanto, “il turismo globale sarà inferiore del 70-75% rispetto ai livelli del 2019″.
Di fronte alle enormi perdite del settore si può dire che il turismo è nel pieno di una crisi “storica”. Un’asserzione che non deve scoraggiare, ha sottolineato il segretario generale dell’UNWTO Zurab Pololikashvili, poiché “ha la capacità di riprendersi in fretta.” L’alto funzionario guarda al 2022 come la rinascita del turismo: “speriamo sia un anno migliore del 2021.” Secondo le dichiarazioni di Pololikashvili, nonostante il rimbalzo durante la stagione estiva, in coincidenza con l’accelerazione della campagna vaccinale, il turismo resta un settore duramente colpito dalla pandemia virale: “il ritmo della ripresa è irregolare” e le ondate si estendono a macchia di leopardo a seconda dei Paesi e delle normative vigenti sul territorio locale.
Secondo le stime dell’UNWTO, 46 Paesi, il 21% delle destinazioni mondiali, hanno attualmente chiuso le frontiere ai turisti.
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