Il ricordo del cantautore e compositore musicale è ancora vivo nella mente degli appassionati, che ancora non si spiegavano il suo clamoroso addio.
Uno dei volti di maggiore spicco dal punto di vista musicale, che ha fatto la storia del nostro Paese con le sue immense qualità vocali è senz’altro, Lucio Battisti.
Il compositore milanese è stata una vera e propria meteora d’antologia nel panorama dello spettacolo degli anni ’60-’70, grazie alle sue irraggiungibili capacità di intendere la musica.
A distanza di oltre 23 anni dalla sua scomparsa che ha gettato nello sconforto più totale gli appassionati, è ancora fresca la ‘ferita’ dell’addio in tempi prematuri dai palcoscenici che contano.
A tal proposito, nel ripercorrere i segmenti più significativi della sua carriera spunta un retroscena ravvicinato tra il ‘colosso’ di Poggio Bustone e Mogol, uno dei più grandi scrittori e autori di testi ‘sacri’ del panorama della musica italiana
Ecco le agghiaccianti parole sul precoce abbandono: finalmente la verità!
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L’effetto delle emozioni dei testi musicali di Lucio Battisti risuona ancora oggi nelle orecchie degli appassionati. Autore di capolavori unici e inimitabili tra cui “Il mio canto libero” e “Penso a te”, il grande Battisti è tornato sulle prime pagine dei giornali per questioni fuori campo.
A distanza di anni dall’addio a questo mondo, lo scrittore, Mogol ha rotto gli indugi e ha svelato clamorosamente le vere ragioni per cui il suo ‘assistito’ ha scelto di abbandonare precocemente il mondo della musica italiana.
Le reali motivazioni finora erano rimaste avvolte in una nube di incertezze, finchè Mogol è uscito allo scoperto, ‘costituendosi’ e spiegando che dietro la decisione di Battisti c’era il suo zampino!
“Il 1968 fu un anno così terribile da costringere chiunque a prendere una decisione. Era importante scegliere se stare dalla parte dei fascisti o meno…”. In uno dei testi di Battisti, di quel tempo fu rammentata l’immagine dei rami secchi spogli e lunghi che apparivano alla gente, saluti fascisti.
Era dunque molto semplice finire nell’occhio del ciclone dello scandalo “… e per questo consigliai con insistenza, a Lucio, di riflettere e abbandonare la musica prima di finire in un vortice di critiche dal quale non ne sarebbe più uscito…”.
La decisione accompagnò inevitabilmente il cantante a mettere un punto fermo alla sua carriera con tanto di rottura con Mogol.
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Vani furono i tentativi di riappacificazione in futuro tra i due ‘mostri sacri’ della cultura italiana: una macchia inaspettata che rimarrà indelebile nella storia della musica.