Un uomo ha aperto il fuoco in un centro amministrativo a Mosca, in Russia, questo martedì (7 dicembre): lo hanno riferito le autorità locali.
Panico a Mosca, in Russia, dove questo martedì pomeriggio (7 dicembre) un uomo ha aperto il fuoco in un centro amministrativo. Secondo quanto riportano i principali notiziari russi e l’Agenzia Tass, la sparatoria è avvenuta in una struttura adibita al servizio statale nel sud-est della capitale. Il bilancio provvisorio, riferito in serata dalle autorità locali, è drammatico: due persone hanno perso la vita; altre quattro sono rimaste gravemente ferite. L’aggressore è stato arrestato e ora rischia l’ergastolo.
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L’informazione trova conferma nelle ultime dichiarazioni delle autorità russe. Stando a quanto si apprende dalla fonte ufficiale, la sparatoria ha avuto luogo questo pomeriggio (martedì 7 dicembre) nel distretto di Riazansky. Il bilancio provvisorio è di due vittime e quattro feriti. Il numero è stato confermato su Twitter dal sindaco di Mosca Sergei Sobyanin. Il tweet riporta: “Si è verificata una vera tragedia. La sparatoria ha provocato la morte di due persone; quattro sono rimaste ferite […] L’assassino è stato arrestato.” L’alto funzionario locale ha espresso sincere condoglianze alle vittime e alle loro famiglie, assicurando che “I medici stanno facendo del loro meglio per aiutare i feriti.”
Al momento restano ignote movente e circostanze del pluriomicidio. In merito, le autorità hanno annunciato l’avvio all’inchiesta per ulteriori accertamenti. Il vicesindaco di Mosca Anastassia Rakova ha precisato ulteriori informazioni. Stando alle ultime dichiarazioni del funzionario ai media locali, il presunto aggressore sarebbe entrato nel centro amministrativo intorno alle 15:00; in seguito avrebbe aperto il fuoco attorno all’area della reception, uccidendo una guardia di sicurezza e un dipendente del centro. L’arma utilizzata sarebbe una pistola Glock. Tra i feriti si contano due donne, un uomo e una bambina di 10 anni, tutti ricoverati in “gravi condizioni“. Secondo il portavoce del ministero dell’Interno, l’indagato è un moscovita di 45 anni.
Secondo i primi elementi riportati dall’agenzia di stampa russa Tass, l’uomo ha estratto la pistola a seguito di un acceso diverbio con una guardia di sicurezza dopo essere stato invitato a indossare la mascherina anti-Covid: informazione non ancora confermata dalle autorità locali.
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