Maria De Filippi. La presentatrice e istituzione delle reti Mediaset ha fronteggiato una grave accusa arrivata nelle aule del tribunale. Finisce per lei un incubo
Maria De Filippi è senza dubbio il re Mida della televisione italiana. Ogni programma da lei condotto si trasforma in oro. Professionale, stacanovista, dalla tempra forte e sicura, è sicuramente lei la punta di diamante delle reti Mediaset, luogo dove ha esordito nel 1992 e che non ha più abbandonato.
I suoi progetti hanno vita pluridecennale e i successi in termini di ascolti non accennano a diminuire, complici la sua bravura e le scelte azzeccate dei format. Tuttavia, il suo percorso non è stato sempre privo di inciampi, l’ultimo dei quali si è risolto recentemente dopo una battaglia durata ben 17 anni e che riguarda “Amici”, il talent show che conduce addirittura dal 2001.
Maria De Filippi: chiusa battaglia legale. In discussione il suo programma di punta, “Amici”
La primissima stagione del popolare talent show “Amici” (2001) aveva un altro titolo; si chiamava, infatti, “Saranno famosi” come la celebre serie tv statunitense degli anni ’80. Successivamente nel 2004 lo sceneggiatore Roberto Quagliano ha citato in giudizio Maria De Filippi nelle vesti di autrice del format. L’accusa verteva sul fatto che, secondo lui, era stato commesso un plagio ai suoi danni poiché in una fase precedente aveva prodotto un suo progetto simile dal titolo “Scuola di spettacolo”.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE —> Kate Middleton scoppia a piangere per colpa di Meghan Markle: duro scontro. Accuse clamorose
Quagliano chiese risarcimento danni non solo alla De Filippi ma anche alla casa di produzione di cui è proprietaria al 50%, la Fascino PGT S.r.l., controllata per la restante parte dalla RTI (Reti Televisive Italiane – Gruppo Mediaset).
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE —> Carolina di Monaco, inaspettata svolta nella sua vita: pesante responsabilità, cambia tutto
I giudici della Corte d’Appello nel 2016 si espressero in favore della De Filippi, sottolineando che “Amici” e “Scuola di spettacolo” fossero due progetti molto diversi: uno è un talent show, l’altro invece era un reality.
Quagliano si è rivolto alla Corte di Cassazione che ha confermato quanto stabilito precedentemente, ponendo finalmente termine a una disputa durata ben 17 anni e condannando lo sceneggiatore al rimborso delle spese legali dei tre gradi di giudizio.