Realizzato tramite stampa 3D, il nuovo dispositivo dal design fantascientifico è pronto per essere trasportato ovunque.
Chiudersi in una capsula per morire? Se l’idea e il design dell’oggetto sembrano ancora lontani, il progetto è tutt’altro che fantascienza. La nuova pratica di suicidio assistito potrebbe presto diventare realtà in Svizzera con l’approvazione da parte delle autorità. Realizzato tramite stampa 3D, il neonato dispositivo non pone alcun problema. Il suicidio assistito è difatti già autorizzato nel Paese.
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Nel 2020, 1300 persone hanno deciso di fare ricorso al suicidio assistito rivolgendosi alle due principali organizzazioni competenti nel settore sul territorio elvetico: Exit, un ente distinto da Exit International, e Dignitas. L’ultima novità, il sistema “bozzolo” dal design ultramoderno e futuristico, è stato progettato dalla società australiana Exit International. Prima della cellula in 3D, il metodo principale utilizzato nel Paese per l’eutanasia volontaria prevede l’ingestione di un farmaco contenente pentobarbital, un barbiturico letale che fa sprofondare il paziente in un coma profondo, prima di ucciderlo.
La pratica cambia totalmente con “Sarco“, così è stata battezzata la nuova capsula per il suicidio assistito. Al suo interno, la persona che vuole porre fine alla sua vita dovrà premere un pulsante che rilascia azoto. Secondo quanto riferito dal medico Philip Nitschke a Swissinfo, sviluppatore della nuova pratica, il bottone abbasserà rapidamente il livello di ossigeno, che scenderà in brevissimo tempo dal 21% all’1%. All’inizio l’individuo “si sentirà un po’ disorientato, potrebbe sentirsi leggermente euforico prima di perdere totalmente conoscenza.”
La morte avviene poi in trenta secondi “per ipossia e ipocapnia, cioè privazione di ossigeno nell’organismo e di anidride carbonica nel sangue”. Non si verifica alcuna sensazione di soffocamento o panico, secondo quanto ha assicurato il medico e direttore di Exit International. La capsula è stata inoltre sviluppata per poter essere facilmente trasportata ovunque.
Il paziente che desidera ricorrere al suicidio assistito potrà pertanto effettuarlo al di fuori delle mura delle strutture competenti.
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