C’è un primo indagato per la morte di Michele Merlo, scomparso lo scorso 6 giugno per leucemia fulminanti: lo sfogo del padre Domenico.
C’è un primo indagato per la morte di Michele Merlo; morte che poteva essere di certo evitata secondo il parere del padre di Michele, in arte Mike Bird, il 28enne che si è fatto conoscere ad Amici e Xfactor grazie ai suoi testi e al suo grande talento. A pagare il prezzo più alto della sua improvvisa scomparsa, esattamente 6 mesi fa, è la famiglia, che ancora oggi non si dà pace e chiede giustizia. Alla ricerca della verità, Domenico Merlo è convinto e continua a puntare il dito contro il sistema sanitario. Qualcosa non ha funzionato nella medicina di gruppo di Rosà, medico di famiglia; se c’è un indagato significa che effettivamente c’è un responsabile.
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Va avanti l’inchiesta sulla morte di Michele Merlo. L’ex concorrente 28enne di Xfactor è deceduto il 6 giugno scorso a Bologna per un’ischemia cerebrale conseguente a una leucemia fulminante. A sei mesi esatti dal decesso del rosatese, dopo il grido di dolore da parte del padre che da quel giorno chiede giustizia, il fascicolo si trasferisce da Bologna a Vicenza. Stando a quanto si apprende dal Corriere del Veneto, il pm Barbara De Munari ha annunciato il proseguo dell’indagine: il reato contestato è quello dell’omicidio colposo in merito a condotte mediche. Secondo le informazioni filtrate dalle fonti giudiziarie c’è già un nome tra i sanitari che hanno curato l’artista: il primo indagato risiede a Vicenza.
Nessuna anomalia all’ospedale di Bologna, dove furono avviate le indagini, ma importanti risvolti sono emersi questo venerdì, 10 dicembre. Dopo l’inchiesta condotta sul medico di famiglia e sul Pronto Soccorso di Cittadella, nuovi dettagli fanno emergere un primo nome tra i sanitari. A sei mesi dalla scomparsa del figlio, il padre Domenico torna a sfogarsi sulla terribile tragedia che ha colpito la sua famiglia e non si capacita del trasferimento dell’indagine: “Per me un colpo al cuore. Mi domando per quale? Mi aspettavo che la Procura di Bologna andasse avanti, che i Nas accertassero eventuali responsabilità di quei sanitari che hanno visitato Michele. […] Io e la mia famiglia non cerchiamo vendette, nemmeno soldi, ma la verità sì. Se qualcuno ha sbagliato dovrà pagare e noi andremo fino in fondo.”
Questo sabato, 11 dicembre, Domenico Merlo, citato dal Corriere del Veneto, torna a sfogarsi: “Se c’è un indagato è solo un tristissimo passo in più: significa che qualcuno avrebbe causato la morte di mio figlio Michele. Non so chi sia stato iscritto, se il medico di famiglia che ho sempre ritenuto serio e capace e che il giorno della visita, secondo i miei consulenti, ha sbagliato diagnosi. Io punto il dito contro il sistema sanitario che non funziona, contro quella medicina di gruppo di Rosà che non funziona e non solo a parere mio.”
“Io sono quello che ha pagato il prezzo più alto: Michele era il mio unico figlio.”
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