Sono passati 14 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto del lontano 2007. La nuova richiesta di Alberto Stasi.
In carcere dal 2015 a Bollate, Alberto Stasi ha intenzione di chiedere una possibilità oltre le sbarre. La sua richiesta prevede un lavoro esterno che gli consenta di allontanarsi durante le ore diurne dalla prigione. Nel centro penitenziario, dove è attualmente detenuto sin dal primo suo ingresso, il 12 dicembre 2015, Stasi deve scontare la condanna definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa a Garlasco esattamente 14 anni fa: il 13 agosto 2007. L’informazione è stata confermata Laura Panciroli, il suo avvocato.
NON PERDERTI ANCHE >>> Massimo Bossetti e la vita in carcere, quello che fa è impensabile: “Da sette anni..”
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Omicidio Nada Cella, svolta nel caso dopo 25 anni: indagata una donna
La richiesta non è nuova. Già a fine estate 2021, a quattordici anni esatti dal 13 agosto – data in cui uccise Alberto Stasi uccise, secondo la sentenza giudiziaria, la sua fidanzata Chiara Poggi a Garlasco – il detenuto aveva domandato una nuova possibilità lavorativa al di fuori dal carcere di Bollate, dove è recluso dal 12 dicembre 2015. Oggi Alberto Stasi non si arrende e rinnova la richiesta di trovare una professione al di fuori del carcere. L’informazione trova conferma nelle dichiarazioni dell’avvocato di Milano Laura Panciroli, che da oltre un anno e mezzo ha assunto la sua difesa.
“I tempi sono maturi per fare richiesta, ci stiamo attivando su questo. Infatti rientra nei termini di legge per essere ammesso, ovviamente dopo la necessaria valutazione del Tribunale di Sorveglianza.” Un’impresa sicuramente non facile a causa della fitta esposizione mediatica. Pertanto, serve una professione solida, corretta e da svolgere in un contesto protetto; “insomma, serve una soluzione che sia rispettosa nei confronti di Stasi e di chi lavorerebbe con lui. Tuttavia confidiamo nella richiesta.” – ha asserito la legale. Secondo quanto riferiscono le fonti vicine al caso, Alberto Stasi lavora già da diversi anni nel centro penitenziario. Le sue attività da centralinista coadiuvano una cooperativa che presiede ai servizi di call center di diverse compagnie di energia elettrica.
Al momento proseguono le valutazioni su Alberto Stasi al fine della rieducazione e del suo potenziale reinserimento sociale.
Condannato a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Garlasco, il detenuto ha sempre professato la propria innocenza e ha visto per due volte respingere le istanze per la revisione del processo.
PER RIMANERE INFORMATO SU TUTTE LE NOTIZIE DEL GIORNO GUARDA IL TG DI YESLIFE
La primavera porta con sé un'atmosfera unica e magica, rendendo il momento ideale per esplorare…
La presenza di muffa sui muri è un segnale inequivocabile di un ambiente con un…
Nel vasto ambito dell’istruzione e del mondo accademico, gli studiosi svolgono un ruolo fondamentale nel…
Nel corso del tempo non è raro ritrovarsi a dover far fronte a qualche forma…
Quanto sono importanti i montascale per anziani e perché è fondamentale approfondire i benefici? Iniziamo…
Le temperature sono scese da poco ma tutti prima o poi sappiamo che ci troveremo…