Lo chef Carlo Cracco è finito tra le fiamme per salvare qualcosa dal valore inestimabile, il suo racconto è incredibile
Carlo Cracco è diventato uno degli chef più famosi in Italia. Il suo ristorante stellato in Galleria Vittorio Emanuele a Milano è tra i più lussuosi della città lombarda. Il suo percorso come giudice a “Masterchef” ha contribuito ad aumentare la sua notorietà.
Tuttavia lo chef alle spalle ha un percorso molto duro ma anche prestigioso. Ha imparato alcuni trucchi dalla cucina di Gualtiero Marchesi e anche da Alain Ducasse, due degli chef più famosi e quotati del mondo. Prima di diventare chef poi ha conseguito l’attestato di Sommelier.
Lo chef Carlo Cracco ha recentemente rivelato, nel corso d’un intervista ai nostri colleghi del Corriere della Sera, di essersi gettato tra le fiamme di un incendio per salvare qualcosa dall’immenso valore. Il racconto risale a quando lavorava a Firenze nell’Enoteca Pinchiorri.
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Ci fu un’incendio che fece perdere all’enoteca ben 25 mila bottiglie. Stava bruciando tutto quando Cracco tentò di mettere in salvo alcune bottiglie molto pregiate dal valore inestimabile.
Fortunatamente riuscì a salvarne qualcuna, tra cui una Magnum di Montevertine e Le Pergole Torte del 1981 che Giorgio Punchiorri gli regalò in segno di gratitudine e stima. Inoltre Cracco ha riferito come a questa particolare bottiglia (Le Pergole Torte) ci sia molto affezionato.
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Oltre ad aver frequentato il corso di sommelier, lo chef, ha una grande passione per il vino. Negli anni ha speso cifre da capogiro per bottiglie pregiate, inoltre ha ammesso, ironicamente, che se fosse stato astemio oggi sarebbe ricchissimo. I primi soldi che ha guadagnato li ha spesi per comprare del vino. Recentemente lo chef è diventato anche produttore di Nettare di Bacco.
Ma la sua passione non finisce qui. In particolare lo chef ha rivelato di ammirare particolarmente la storia che c’è dietro ad ogni etichetta e soprattutto gli piace che il vino racconti i sapori del territorio. Dietro alla viticoltura c’è tanta storia, lavoro e tradizione. Non è una sorpresa dunque che lo chef ammiri questa arte dal momento che è simile alla sua di cuoco.
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