La notizia è stata annunciata questo martedì 21 dicembre: il paese nipponico ha giustiziato tre detenuti nel braccio della morte.
Questo martedì 21 dicembre, il Giappone ha giustiziato tre detenuti nel braccio della morte. Lo hanno riferito le autorità locali citate dall’agenzia Kyodo. Si tratta della prima applicazione della pena capitale da dicembre 2019 e dall’avvento al potere del Primo ministro Fumio Kishida all’inizio di ottobre. Le esecuzioni di oggi sono arrivate pochi giorni dopo lo scoppio di un incendio in un manicomio, nella clinica psichiatrica di Osaka: il bilancio è di 25 morti.
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L’ultima esecuzione in Giappone risale a dicembre 2019, con la condanna a morte di un uomo accusato di omicidio volontario plurimo. Secondo quanto riportano le fonti ufficiali, il condannato aveva ucciso 4 membri appartenenti allo stesso nucleo familiare: la strage risale al 2003, nel sud-ovest del Paese. Sempre nel 2019, il Paese aveva giustiziato altri tre condannati; 15 nel 2018, tra questi 14 membri della setta Aum, organizzazione coinvolta nell’attentato con gas Sarin nella metropolitana di Tokyo nel lontano 1995.
Stando a quanto si apprende dalle fonti del ministero della Giustizia, i condannati a morte odierni sono tre prigionieri: un 65enne, condannato per aver ucciso con coltello e martello sette membri della sua famiglia e diversi vicini di casa nel 2004; i restanti due, 54 e 44 anni, sono stati anche loro condannati per omicidio doloso plurimo nel 2003. La pena di morte vanta tuttora un’ampia condivisione nel Paese nonostante le critiche estere, in particolare quelle delle organizzazioni a difesa dei diritti umani.
“Mantenere o meno la pena di morte è una questione ancora accesa, un punto cruciale che tocca i fondamenti dell’intero sistema di giustizia penale del Paese.”, ha commentato durante la conferenza stampa di questo martedì, 21 dicembre, il vice Capo di Gabinetto Seiji Kihara.
In Giappone la pena di morte viene applicata ai detenuti con mani legate e bende sul viso. I condannati vengono condotti sopra una botola che si apre sotto ai loro piedi attraverso un meccanismo azionato da uno dei tre bottoni fissati alla parete della stanza adiacente; premuti contemporaneamente da tre guardie del tutto ignare sul bottone effettivamente funzionante.
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