Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi, giovedì 23 dicembre, ha comunicato i numeri dell’epidemia da Covid-19 in Italia tramite bollettino.
Appena pubblicato il bollettino contenente i dati dell’epidemia da coronavirus diffusasi nel nostro Paese. Stando alla tabella sanitaria odierna del Ministero della Salute, i casi di contagio complessivi sono saliti a 5.517.054, ossia 44.595 in più rispetto alla giornata di ieri. Sale anche il dato relativo ai soggetti attualmente positivi che ammonta a 430.029 (+27.300), così come quello dei ricoveri in terapia intensiva: 1.023 in totale e 13 in più di ieri. Le persone guarite sono 4.950.780 con un incremento rispetto a ieri di 17.117 unità. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 168 morti che hanno portato il bilancio delle vittime totale in Italia a 136.245.
La Regione Emilia Romagna, si legge nelle note, ha eliminato dal totale dei positivi 3 casi, positivi a test antigenico ma non confermati da tampone molecolare. Anche il Friuli Venezia Giulia ha sottratto 7 casi a seguito di 4 test antigenici non confermati dal successivo tampone molecolare e di 3 test positivi rimossi dopo revisione. La Campania specifica che 2 deceduti registrati oggi, risalgono ai giorni scorsi. Infine, la Regione Sicilia segnala che i decessi riportati oggi sono avvenuti nei giorni precedenti.
Stando ai dati del bollettino di ieri, i casi di contagio complessivi erano saliti a 5.472.469. Risultavano essere ancora in crescita i soggetti attualmente positivi che ammontavano a 402.729, mentre scendeva il numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva: 1.010 in totale. Le persone guarite dall’inizio dell’emergenza erano 4.933.663. Continuava ad aggravarsi il bilancio delle vittime che raggiungeva il totale di 136.077.
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Secondo i dati dell’aggiornamento del Ministero della Salute di martedì, i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza erano saliti a 5.436.143. Salivano anche i soggetti attualmente positivi che ammontavano a 384.144 ed i ricoveri in terapia intensiva: 1.012 in totale. I guariti complessivamente nel nostro Paese erano 4.916.068, mentre il bilancio delle vittime totale saliva a 135.931.
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Oggi si è tenuta, in mattina, la riunione della cabina di regia a Palazzo Chigi per valutare le nuove misure da introdurre volte a contrastare la diffusione del Covid-19. Secondo le prime indiscrezioni, come riporta Leggo, il Governo avrebbe vagliato la possibilità di ridurre la durata del Green Pass da 9 a 6 mesi dal prossimo primo febbraio e di anticipare la terza dose di richiamo a 4 mesi, ma solo dopo la decisione sul punto dell’Aifa. Inoltre, si starebbe valutando anche la reintroduzione dell’obbligo della mascherina all’aperto anche in zona bianca. Per quanto riguarda la ristorazione al chiuso, infine, potrebbe essere prevista l’estensione del Green Pass rafforzato.
Alla riunione, scrive Leggo, hanno preso parte il premier Draghi, i capi delegazione dei partiti di maggioranza, il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro e il presidente del Css, Franco Locatelli. Nel pomeriggio potrebbe esserci un nuovo incontro.
Dopo il via libera dell’Ema dei giorni scorsi, nelle ultime ore è arrivata l’approvazione dell’Aifa per il vaccino anti-Covid realizzato dalla società americana Novavax. Stando a quanto riporta Tgcom24, il ciclo vaccinale, approvato per i soggetti over 18, prevede due dosi a distanza di tre settimane l’una dall’altra. Nel corso di un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, Patrizia Popoli, presidente della commissione tecnico-scientifica dell’Aifa, ha spiegato che il vaccino Novavax ha mostrato un’efficacia del 90% in diversi studi clinici, anche nei soggetti over 64. In Italia potrebbe esse già disponibile a gennaio.
Preoccupa la diffusione della variante Omicron anche nel nostro Paese. Stando a quanto emerso da un rapporto della direzione Welfare della Lombardia, come scrivono i colleghi di Sky Tg24, nella regione la nuova variante colpirebbe circa il 40% dei nuovi positivi al coronavirus.
I ricoveri positivi alla Omicron, ad oggi, però, in Lombardia sono solamente sei e nessuno di essi si trova in terapia intensiva. Nonostante l’aumento esponenziale di questa nuova variante, quella più diffusa rimane la Delta.
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