Tragedia alla Vigilia di Natale in Bangladesh, dove una deflagrazione è divampata a bordo di un traghetto: almeno 38 vittime.
Sale a 38 vittime il bilancio dei decessi legati all’incendio su un traghetto in Bangladesh. La tragedia è avvenuta durante la Vigilia di Natale, quando una violenta deflagrazione è scoppiata a bordo dell’imbarcazione, provocando la morte di decine di occupanti. La notizia è stata riferita dai funzionari locali. Citati dalla CNN, questi ultimi hanno precisato il bollettino provvisorio di venerdì, 24 dicembre, asserendo che le fiamme hanno colpito un traghetto in viaggio sul fiume Sugandha, a circa 150 km da Dacca. L’incidente è stato definito dalle autorità locali come uno dei peggiori disastri del Paese.
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“Finora abbiamo recuperato 38 corpi”
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“Finora abbiamo recuperato 38 corpi – ha confermato ai media l’alto funzionario Kalam Hossain Bhuiyan – ma il bilancio potrebbe salire ancora.” Stando alle ultime dichiarazioni dell’autorità locale, molte vittime sono decedute tra le fiamme; mentre altre sono morte annegate, tuffandosi dal traghetto nel disperato tentativo di salvarsi dall’incendio. L’informazione trova conferma nelle asserzioni del capo locale della polizia Moinul Islam, il quale ha riferito ai giornalisti un ulteriore dettaglio sull’imbarcazione. Al momento dell’incidente si stima che il traghetto trasportasse almeno 500 occupanti, nonostante fosse tarato per un massimo di 310 passeggeri.
Stando a quanto si apprende dalla CNN, l’incendio è divampato intorno alle 3:00 del mattino (ora locale): l’imbarcazione aveva lasciato Dacca, la capitale del Bangladesh, ed era diretta verso Barguna. Il bollettino conferma i 38 decessi mentre sale almeno a 100 il numero dei feriti. Secondo le prime ricostruzioni citate dai principali media internazionali, la scintilla è scoppiata nella sala motori; l’incendio si sarebbe poi esteso costringendo la maggior parte degli occupanti e dell’equipaggio a salvarsi tuffandosi nel fiume. Tre ore per domare l’incendio e ormeggiare l’imbarcazione. Proseguono le attività di ricerca e soccorso dei dispersi: mobilitate sia la Guardia costiera sia la polizia locale.
L’ipotesi prevalente riconduce l’origine del disastro nell’inosservanza generale agli standard di sicurezza e alle opere di manutenzione delle imbarcazioni.