La Corte Suprema russa ha ordinato la chiusura di Memorial, l’Ong che lotta per la libertà e per la tutela dei diritti umani nella Federazione Russa.
Ennesimo colpo basso per la libertà in Russia. L’ultima piega tragica alla tutela dei diritti umani è stata annunciata questo martedì 28 dicembre dalla Corte suprema russa con la risoluta decisione di sciogliere Memorial International, l’Organizzazione non governativa e pilastro della lotta alla repressione e alla censura sul territorio della Federazione Russa, grande custode della memoria delle vittime del gulag. La drastica risoluzione arriva alla fine di un anno particolarmente travagliato, macchiato dall’impennata di violenza e repressione di Ong e altri residenti; percepiti come veri “pericoli pubblici”, dissidenti nei confronti del leader del Cremlino Vladimir Putin, al potere da quasi ventidue anni.
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Questo martedì, 28 dicembre, la Corte Suprema russa ha annunciato lo scioglimento dell’Ong Memorial International, una delle più celebri e longeve organizzazioni per la difesa dei diritti umani sul territorio della Federazione Russa. Fondata da alcuni dissidenti nel 1989, al tramonto dell’URSS, tra cui il premio Nobel per la pace (1975) Andrei Sakharov, Memorial mira da anni a denunciare i soprusi dei crimini sovietici e russi contemporanei. Stando a quanto riferiscono i principali media internazionali, la dissoluzione dellìorganizzazione a tutela dei diritti umani nel Paese è conseguita all’inosservanza sulla controversa legge sulle Ong, il cui testo sancisce ai gruppi finanziati dall’estero di l’obbligo di dichiarare qualsiasi tipo di materiale informativo, anche un semplice post, come emesso da “un agente straniero“.
Il procuratore Alexeï Jafiarov ha giustificato la decisione accusando l’Ong di “creare una falsa immagine dell’URSS come stato terrorista” e di “infangare la memoria” della Seconda guerra mondiale e per cercare di “riabilitare i criminali nazisti.” L’opposizione ha invece bollato l’atto come l’ennesima censura da parte del governo, nonché un grande “insulto” – così ha replicato Memorial International in un tweet – per le vittime, milioni di persone, morte nei gulag durante il periodo del governo di Josef Stalin ai tempi dell’Unione sovietica. A deplorare la rigida risoluzione della Corte suprema russa vi è anche l’avvocato difensore Maria Eïsmont. Il suo commento su Twitter: “È una decisione maligna e ingiusta. […] Un potere che ha paura della memoria non raggiungerà mai la maturità democratica.”
I legali dell’ONG hanno denunciato il carattere infondato delle accuse, ingiuste e di natura politica: Memorial International è solo l’ultima vittima di una lunga lista di ONG represse dal governo locale.
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