Il presidente bielorusso e il leader del Cremlino si incontreranno a San Pietroburgo questo mercoledì 29 dicembre.
Mentre si acuisce la tensione tra Unione Europea, Russia e Bielorussia, i rispettivi leader della Federazione Russa e della Russia Bianca decidono di incontrarsi questo mercoledì, 29 dicembre, a San Pietroburgo. Lo ha riferito l’Agenzia di Stampa bielorussa BeLTA che cita l’infromazione di Telegram Pul pervogo. Stando a quanto si apprende dalle fonti ufficiali, il summit tra il presidente bielorusso Alexander Lukashenko e il capo del Cremlino Vladimir Putin avrà luogo a Strelna, nella periferia della città voluta dallo zar Pietro I di Russia, detto anche Pietro il Grande.
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Secondo quanto riporta la TASS, “L’incontro si terrà presso il Palazzo Konstantinovsky di Strelna, dove i capi di stato discuteranno questioni urgenti relative alla cooperazione bielorussa-russa.” Stando a quanto si legge nella fonte BeLTA, il leader del Cremlino avrebbe prelevato il capo bielorusso nella sua auto prima dell’incontro. Il vertice tra i due presidenti verterà principalmente sulle strategie di cooperazione bilaterale tra i due Paesi, ha riferito il servizio stampa presidenziale bielorusso. Dalla fonte si apprende inoltre che i due leader si concederanno una partita di hockey sul ghiaccio una volta terminato il vertice.
Al momento Federazione Russa e Bielorussia non sono ben viste dall’Unione Europea. La tensione a livello internazionale resta accesa e continua ad acuirsi specialmente nelle zone di confine. Le questioni più calde si stagnano sulla frontiera polacca-bielorussa e su quella russa-ucraina: la situazione non è rosea in entrambi i confini. Al potere dal 1994, Lukashenko è attualmente accusato di aver attirato sotto false promesse una folla indistinta di migranti che, da a partire da quest’estate, è bloccata tra mancanza di viveri, rigide temperature e morte al confine polacco-bielorusso con la speranza di un potenziale accesso all’UE.
Di fronte alla critica situazione, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha denunciato: “l’Europa non sta affrontando una crisi migratoria, ma un tentativo di destabilizzazione da parte di un regime totalitario non riconosciuto dai membri dell’Unione.” Nel frattempo, mentre in Polonia si progetta la costruzione del muro, la situazione in Ucraina non è altrettanto tranquilla: il rafforzamento delle forze militari russe rappresenta la volontà di monopolio di Mosca sull’ex satellite ucraino. In caso di effettiva invasione, il monito al Cremlino è trasparente: sanzioni salatissime graviteranno su Mosca. Le sanzioni non risparmieranno neanche Minsk: 17 funzionari e 11 entità bielorusse sono già stati aggiunti alla lista nera dell’Unione Europea.
Nella lista si leggono 166 nomi, compresi quelli del presidente e di due dei suoi figli. Le sanzioni consistono nel congelamento dei beni e nel divieto di ingresso nell’UE.
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