Intervista a Vincenzo Cantiello, secondo classificato di All Together Now. Da Ti Lascio Una Canzone ad oggi, abbiamo ripercorso insieme a lui il suo percorso artistico
Voce potente, sempre impeccabile, determinato e con tutte le carte in regola per fare una lunga carriera e di successo: stiamo parlando proprio di lui, Vincenzo Cantiello, secondo classificato di All Together Now. Era solo un bambino quando ha cominciato a cantare in chiesa e dimostrato di essere letteralmente la voce fuori dal coro: da lì è cominciato tutto, tra concorsi canori e molto altro, fino ad arrivare al suo esordio televisivo a Ti Lascio Una Canzone. Di recente lo abbiamo rincontrato nel programma condotto da Michelle Hunziker, dove ha messo a tappeto un muro gigantesco composto da cento persone. Ora che questa memorabile esperienza è terminata, abbiamo avuto il piacere e l’onore di fare quattro chiacchiere con lui.
Vincenzo Cantiello, dal coro della chiesa a Ti Lascio Una Canzone
“Ciao Vincenzo, congratulazioni per il tuo secondo posto ad All Together Now. Com’è stato tornare a casa dopo questa esperienza?”
“Molto molto bello. Il programma è registrato, perciò è stato molto emozionante tornare a Napoli, incontrare la mia famiglia dopo così tanto tempo senza vederli, è stato molto bello. Le registrazioni sono durate un mese, siamo rimasti trenta giorni a Roma, però per via del covid non abbiamo potuto vedere nessuno, perciò è stato proprio strano ritornare alla routine dopo aver registrato: lì ti svegliavi alle sei di mattina, alle undici le prove, poi prove costume, riscaldamento locale, la sera altre prove. È stato un po’ strano tornare alla normalità. Sono tornato alla mia quotidianità, mi sono riposato e poi ho ricominciato“.
“Pur giovanissimo, la tua gavetta musicale è cominciata molti anni fa. Come hai scoperto il tuo dono e capito di voler seguire questa strada?”
“Io ho iniziato nel corso nella chiesa. Mio padre suonava il piano, mia madre dirigeva e io e mia sorella cantavamo. Eravamo davvero piccoli, io avevo circa quattro o cinque anni. I miei notarono che ero un po’, letteralmente, la voce fuori dal coro. Mi piaceva dare fastidio e fare cose che non erano inerenti al pezzo che stavamo cantando. Alla fine mia madre e mio padre mi hanno dato quel calcio morale, metaforico, che mi ha permesso poi di fare concorsi in esterno, audizioni, fino poi a fare i provini seri, come ad esempio Ti Lascio Una Canzone. La prima volta non è andato bene, poi a tredici anni ho fatto il provino con De Amicis e lì è iniziato tutto”.
“Parliamo proprio di Ti Lascio Una Canzone. Che ricordo hai di quel periodo?”
“Ero piccolissimo, molto più basso e paffutello. L’esperienza di Ti Lascio Una Canzone è stata bella. Essendo live, siamo rimasti a registrare le puntate per quattro mesi. È stato a tratti molto stressante, però avendo i genitori che gestivano tutto al posto di noi bambini, il mio ricordo è prettamente positivo. Non ci pesava assolutamente nulla e poi si è creato un bel rapporto con i ragazzi, alcuni di loro li sento ancora ed è una bellissima cosa. Con questo programma ho scoperto l’importanza della musica italiana, perché a tredici anni non sapevo ancora quanto fosse bello cantare le canzoni classiche italiane. Grazie al maestro De Amicis ho avuto proprio l’opportunità di ampliare il mio repertorio e da allora ho avuto quel trampolino di lancio che mi ha permesso di formarmi a livello artistico e stilistico e farmi capire quale fosse la mia strada nella musica, quindi è stato molto importante per me. Poi dopo Ti Lascio Una Canzone sono successe tantissime belle cose, è stato proprio il programma a permettermelo: cantare in tutta Italia, cantare anche a Washington DC e poi partecipare al Junior Eurovision, quindi è qualcosa per cui sarò per sempre debitore, perché mi ha permesso di aprirmi a questo mondo in maniera sostanziosa per la prima vera volta“.
“Tante soddisfazioni ma anche momenti difficili, infatti proprio in quegli anni hai conosciuto il bullismo. In che modo lo hai affrontato e superato?”
“È stato proprio durante il periodo di Ti Lascio Una Canzone, nel 2014. Sfortunatamente tra i bambini si creano invidie per delle piccolezze a volte. Nascono tra i genitori le invidie, figuriamoci tra i bambini. È stato molto probabilmente quello la movente che poi ha portato tutte queste vibrazioni negative nei miei confronti. Ci sono stati due punti fondamentali che mi hanno aiutato ad affrontare questa situazione. Uno: parlarne con la mia famiglia e mai nascondere niente. Mi rendo conto che è difficile, però bisogna farsi coraggio. Può creare imbarazzo, però parlare con i miei genitori di tutti mi ha anche permesso di avere quel rapporto solidale e stretto che ho con loro. Non c’è motivo di nascondersi nulla e, anche se all’epoca è stato difficile parlarne con loro, è stata quella cosa che ci ha tenuti ancora più stretti. Ad oggi non potrei mai nascondere niente a mia madre, parlare con la famiglia fa bene proprio all’anima. Anche se nel concreto la famiglia non può aiutarti a fare nulla, è un sostegno che non ti può regalare nessuno. E poi la seconda movente è stata appigliarmi alle mie passioni. Io avevo la musica in quel momento, perciò ho pensato a cantare, a cantare, a cantare. Ho due ricordi di quell’anno: il bullismo che ho ricevuto e tutte le soddisfazioni che mi ha dato la musica. Bisogna appigliarsi a qualcosa che ti fa stare bene e per me era la musica. La fonte delle cose che si amano è infinita, perciò bisogna utilizzarle per sempre, senza fine“.
“Ad All Together Now ti sei preso la tua rivincita. Cosa avranno pensato di te quelle persone che ti facevano del male?”
“In realtà non ci ho pensato! È una cosa che mi ha formato ma che è lontana da me, perché ho avuto anni e anni per cercare di metabolizzare, interiorizzare quello che mi è successo e farne un punto di forza. Ci sono anni e anni di lavoro dietro, di traumi, di timidezza, che alla fine ti porta a fare cose che vorresti fare ma che non riesci perché hai paura di esporti. Non so neanche se mi hanno guardato in tv, ma probabilmente avranno sentito parlare di me!”.
“Nel corso del programma hai ricevuto tanti complimenti ma anche qualche lezione di vita da parte dei giudici. Qualcuno addirittura ti ha dato dell’egocentrico e infine detto di “averti perso per strada”. Traendo le somme ora che è finito, cosa ti ha insegnato?”
“Una cosa che mi ha insegnato questo programma è che attraverso la televisione si possono fraintendere davvero tante cose! Tralasciando questo, una cosa che mi ha rafforzato è un pensiero che già avevo: essere sempre fedele a me stesso, a quello che faccio e come lo faccio. Se sono usciti determinati commenti, è perché molto probabilmente non c’è stata la possibilità di approfondire il rapporto con i giudici e con il muro abbastanza per cercare di capire le cose che facevo perché le ho fatto. Da un lato il dispiacere, dall’altro mi hanno insegnato ancora di più a capire chi fossi, le cose che faccio perché le faccio. Ho analizzato un po’ la mia storia durante All Together Now attraverso questi commenti e saranno dei consigli di vita, che non sono consigli dati da persone a caso ma da colossi della musica, che custodirò. La prossima volta sarò molto più attento a dare una buona impressione di me, mai mantenendo una maschera, ma sempre rimanendo fedele a me stesso perché voglio che arrivi la mia emozione, la mia voce, la mia comunicazione quando esprimo qualcosa in musica, voglio che quella sia la mia priorità”.
“A proposito di giudici, durante il programma hai espresso una particolare preferenza per Anna Tatangelo. Ti piacerebbe collaborare con lei in futuro?”
“Assolutamente sì. Anna, se leggi quest intervista, ti prego contattami! Ti contatto io se tu non puoi contattare me. Iniziamo a lavorare per un featuring così facciamo un pezzo insieme. Ma anche con Rita Pavone!”
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“Proprio in questi giorni è uscito il tuo nuovo inedito Tempesta. Ce ne parli un po’?”
“Ho sempre iniziato il prologo di Tempesta dicendo: tempesta di emozioni. Perché tempesta in senso metaforico parla proprio di confusione nell’amare una persona e non riuscire a ricambiarla a pieno perché sai che quella persona non ti fa bene, però alla fine trovare la forza di riuscire ad affrontare questo problema sentimentale. E poi cercare di affrontare e di capire che, anche se quella persona se ne va, tu continui a rimanere forte anche senza quella persona, perché la persona che devi amare sei tu. Perciò tempesta parla di questo, di una confusione iniziale che poi si trasforma in stabilità. È stata la prima canzone che ho scritto in team, perché io scrivo canzoni sempre da solo ed è stato difficile ma è stato uno dei lavori meglio riusciti. Per questo ringrazio Chri Milano, Dario Iaculli e Chris J Sandra, che sono gli autori e i produttori della canzone. Hanno fatto insieme a me un bellissimo lavoro, io mi sono innamorato del brano dal primo momento che ho ascoltato l’arrangiamento iniziale. Come reference abbiamo utilizzato God is a Woman di Ariana Grande, perché l’arrangiamento lo ricorda un po’ vagamente. Questa canzone può colpire gli ascoltatori perché sentendomi sempre cantare quelle ballad molto classiche ad All Together Now, non si aspetterebbero mai una cosa del genere da me, però è un genere che in realtà mi è molto vicino e spero davvero che apprezzino questa canzone”.
“Ora che All Together Now è giunto a termine, qual è il tuo sogno nel cassetto?”
“Sanremo! Sanremo è il mio sogno nel cassetto ma ci vuole davvero tanto, tanto tempo. Ma io sono disposto a buttare tutta l’anima per far sì che questo progetto si realizzi. L’industria musicale è un mondo pieno di squali e bisogna imparare ad aggirarsi tra gli squali, farsi forza e far vedere che si è presenti, che non si ha paura. Bisogna fare rumore e dare fastidio e io farò questo. Credere che le cose vadano bene ti porta a fare bene le cose, perciò io sono molto positivo e non vedo l’ora che si realizzino i miei progetti. Lavorerò sodo e sono sicuro che andrà bene col tempo”.
“Se oggi incontrassi il Vincenzo di molti anni fa, cosa gli diresti?”
“Al Vincenzo del passato gli direi: dormi un po’ di meno. Letteralmente. Ho dormito davvero troppo. Ma anche dormire nel senso metaforico, perché ho davvero lasciato scorrere tante cose nella mia vita senza neanche accorgermene e sono arrivato al punto di non godermi neanche più la musica, ed è stato brutto. Nel momento in cui mi sono svegliato e ho capito quello che stavo facendo e perché lo stavo facendo, ho preso in mano la situazione e l’ho sistemata. Mi ha portato ad avere più fiducia in me ed è anche questo uno dei motivi per cui ad All Together Now mi sono sentito a casa, e non ho avuto paura di affrontare quel palco. Il Vincenzo di un po’ di anni fa avrebbe avuto tanta paura, tanta ansia e tanti attacchi di panico. Oggi direi al Vincenzo del passato: dormi un po’ di meno”.
Antonella Panza